Animali / Il caso

Morso dal cane lasciato libero, fa causa e chiede 15 mila euro. Ma il giudice di pace dice che 6 mila sono abbastanza

Controversia legale per una aggressione nei boschi, per il magistrato l’aver anticipato da parte del padrone un «acconto» risarcitorio e aver chiesto formalmente scusa è abbastanza

di Nicola Guarnieri

ROVERETO. Stava passeggiando nel bosco con il proprio cane di grossa taglia e, visto che non c'era nessuno in giro, ha tolto il guinzaglio per consentire all'amico fedele di zampettare in libertà. Purtroppo, però, ad un certo punto sul sentiero è comparso un altro escursionista che, per motivi ignoti, evidentemente non è piaciuto al cagnone. Tanto che non ci ha pensato due volte a farglielo capire aprendo la bocca e morsicando il malcapitato alla mano destra.

Il ferito, chiaramente, si è fatto medicare al pronto soccorso dell'ospedale Santa Maria del Carmine dove i medici, dopo le cure, hanno formulato una prognosi di guarigione di otto giorni. L'uomo, però,  volutola  denunciare il proprietario del quattrozampe mordace per lesioni personali colpose.

Il codice penale, tra l'altro, rileva che «non impedire un evento che si ha l'obbligo giuridico di impedire, equivale a cagionarlo». In questo caso, aver lasciato libero l'animale domestico senza guinzaglio e museruola ha prodotto le lesioni all'altro gitante. Che, oltre alla querela, ha perfino presentato un conto di 15.500 euro per i danni subiti.

Il padrone del cane, comunque, non ha certo disconosciuto quanto accaduto tanto che, oltre a scrivere una lettera di scuse alla persona morsicata, ha pure consegnato un assegno di 6mila euro per ristorare lo sfortunato camminatore incrociato per caso.

In aula, davanti al giudice di pace, si è però finiti ugualmente con l'insistenza della parte lesa per ottenere il risarcimento completo. Di tutt'altro avviso è stata la giudice Paola Facchini che, non a caso, ha dichiarato l'estinzione del reato ritenendo troppo esosa la richiesta e riconoscendo all'imputato la bontà della sua condotta riparatoria.

Insomma, dal punto di vista penale tutto è rientrato senza conseguenze per il padrone del cane e la sua fedina che rimane intonsa; per quanto riguarda i soldi, invece, se il ferito vuole insistere con la somma richiesta deve presentare un atto di citazione e affidarsi al tribunale ordinario con una causa civile.

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