L'allarme: i lupi predano a cento metri da casa

I ritrovamenti di un contadino della Vallarsa

VALLAGARINA. La convivenza coi lupi è fatta anche di immagini impressionanti, a cui gli abitanti della Vallarsa, loro malgrado in molti casi, si stanno abituando. Sono l'aspetto più appariscente della presenza dei grandi carnivori, animali protetti che alcuni vorrebbero riestinguere e che per tanti invece sono un valore aggiunto alla montagna trentina.

La scena che in mattinata un giovane agricoltore s'è trovato davanti, in campagna, è però una di quelle difficili da digerire anche per chi vive a stretto contatto con l'ambiente e la selvaggina, come alcuni dei residenti chiamati sul posto a vedere, assieme ai forestali, le carcasse trovate fra le frazioni di Riva e Cuneghi. Appena a cento metri dalle case, sul terreno c'erano i resti di una cerva gravida sventrata la notte prima. A pochi metri dalla bestia le spoglie del feto, «già sviluppato e in procinto di nascere». I lupi non l'hanno toccato se non separandolo dalla madre, con cui è morto. Non è tutto perché al banchetto «c'era una volpe che è stata trovata lì vicino». E per la cronaca non ha fatto miglior fine.

«Avvicinatasi per mangiare la carne della cerva - pensano i locali - è stata poi uccisa dai lupi». Le fotografie, anche se brutali, sono per certi versi eccezionali. Ma documentano episodi non rari. D'inverno sono visibili perché la caccia si svolge anche e fino a basse quote, dove i lupi si spostano seguendo i percorsi degli ungulati. Il branco che ha avuto facile preda della cerva gravida è quello del Carega, un ramo della famiglia stanziatasi in Lessinia dal 2013, che oggi è composto da 10 esemplari, 3 adulti e 7 giovani, nati la scorsa estate, che in primavera si disperderanno. All'ombra delle Piccole Dolomiti negli scorsi mesi le foto trappole hanno immortalato in gruppo 4 lupi del branco, mentre un giovane maschio era stato investito lo scorso novembre sulla strada provinciale della Vallarsa, a Speccheri. Ma, come detto, più che i lupi è facile avvistare le loro tracce, e da parte dei forestali i ritrovamenti di carcasse quest'inverno sono stati vari, sia fra le frazioni del Comune di Vallarsa che nei Comuni di Ala e Avio, dove risiedono 10 lupi; l'altro nucleo locale, di 8 esemplari, ha per territorio la Lessinia veronese (l'Adige, 21 gennaio). In Trentino meridionale è singolare, per ora, l'avvistamento nel comune di Villa Lagarina, forse di un giovane lupo in dispersione dal branco del Carega. Ma gli spostamenti sono stati documentati l'anno scorso anche sul Baldo.

Una notizia che preoccupa principalmente gli allevatori, per quanto riguarda le eventuali predazioni, per cui la Provincia rende disponibili, oltre ai rimborsi in caso di perdite di capi di bestiame, sovvenzioni per acquistare recinzioni e cani da guardiania. È bene specificare però che la dinamica della popolazione selvatica è legata direttamente ai sottolivelli della catena alimentare, alle popolazioni di camosci, cervi e caprioli che, per via dell'inselvatichimento e di reintroduzioni, negli ultimi 50 anni sono aumentate numericamente (i cervi, soprattutto). Ad ogni modo durante l'inverno le strutture provinciali invitano a proteggere maggiormente gli animali domestici di media taglia, con la raccomandazione di non lasciare soli di notte all'esterno ne i cani ne ovicaprini, bovini ed equini, evitando il pascolo libero. Vanno inoltre rimossi dall'esterno i rifiuti che possono attrarre i canidi nei pressi degli insediamenti. Il supporto e le informazioni sono fornite sia dalle locali stazioni dei forestali (Rovereto e Vallarsa: 0464-493112, Ala: 0464-671224) che dal Servizio centrale Foreste e fauna (3357705966), disponibile tutto l'anno, 24 ore su 24, a rispondere sulle questioni relative ai grandi carnivori.

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