La «nuova Manifattura» è pronta per le aziende: a Rovereto un gioiello hi-tech

Dopo poco più di due anni i nuovi spazi produttivi di Progetto Manifattura a Borgo Sacco sono pronti per essere consegnati a Trentino Sviluppo. Mancano pochi giorni ormai alla Colombo costruzioni di Lecco per chiudere il più grande cantiere di edilizia civile del Trentino, in cui si sono alternati 600 lavoratori in 767 giorni di cantiere (a cui vanno aggiunti 60 giorni di stop a causa Covid-19). E ieri per la prima volta “Be Factory” (essere fabbrica, questo la traduzione letterale del nome dato al grande complesso produttivo) ha aperto le porte per un’anteprima dedicata ai mass media con la partecipazione dell’assessore provinciale allo Sviluppo economico, ricerca e lavoro Achille Spinelli. Vede così la luce il grande progetto, fortemente voluto ed avviato anni fa dall'allora assessore all'industria Alessandro Olivi.

Il progetto milionario.
La grandezza del progetto da 45.592.976 euro (interamente coperti da fondi europei) è immediata quando ci si affaccia sul retro degli edifici storici della Manifattura Tabacchi: i nuovi spazi produttivi coprono una superficie di 5 ettari dei 9 complessivi. Rispetto al progetto dell’architetto giapponese Kengo Kuma manca soltanto l’auditorium, al quale si è deciso di rinunciare per via dei costi di gestione: troppi a dispetto di quanto sarebbe stata sfruttata la struttura. Al suo posto è sorta un’area verde al servizio di studenti, ricercatori e lavoratori che vivranno questo nuovo quartiere produttivo, delimitata dal vecchio muro della Manifattura. Quel muro resterà, a testimonianza dell’opificio fondato 165 anni fa e delle radici storiche a cui tutt’ora attinge il Progetto Manifattura, mentre guarda al futuro con questo “hub della green&sport economy”. Resterà anche il camino della ciminiera, simbolo di questo sito, che verrà ulteriormente consolidato in considerazione del fatto che questo spazio sarà frequentato da molte più persone.

La nuova struttura è anche una attrazione architettonica, realizzata dall'inventiva del grande maestro Kengo Kuma. 

L’apertura alla città.
In prossimità della ciminiera la prossima settimana verrà aperto il nuovo ingresso alla Manifattura, da via Zigherane, che consentirà anche l’accesso al grande parcheggio interrato da 396 posti auto. Sopra, tra i nuovi moduli della “Be factory” (sono 36 in tutto), ci si potrà muovere soltanto a piedi o in bicicletta, salvo per il carico-scarico. E più sopra ancora, sui tetti della struttura, è stato realizzato un camminamento pedonale che con i suoi 18 mila metri quadrati di copertura si appresta a diventare il tetto verde più grande d’Italia. Collegherà la pista ciclabile lungo il Leno al cuore della Manifattura. È aperto al pubblico e regalerà un nuovo scorcio alla città, che con l’apertura della galleria dentro la stessa Manifattura porterà direttamente nella piazza antistante alla vecchia fabbrica.
Anche in mezzo ai 25 mila metri quadrati di moduli che ospiteranno uffici e produzioni dietro le facciate di vetro e legno è stato realizzato un viale lungo 200 metri: è stato intitolato alla memoria di Gianni Lazzari, ingegnere che tanto si prodigò attraverso il distretto Habitech per accompagnare l’edilizia trentina verso nuovi modelli sostenibili.

Lavori senza infortuni.
In Trentino quello di “Be factory” è il cantiere più grande dopo quello della Loppio-Busa: fino a 250 operai impegnati contemporaneamente, 80 ditte coinvolte (la metà sono state aziende del territorio) e, cosa che riempie d’orgoglio, nessun infortunio di rilievo. Un risultato importante, quest’ultimo, frutto non del caso ma di una scrupolosa programmazione e di un’attenzione massima alla sicurezza e al benessere dei lavoratori. Norme, procedure ed attenzioni codificate in un protocollo per la sicurezza innovativo a livello nazionale ed europeo, che ha visto coinvolti committente, imprese appaltatrici e subappaltatrici, coordinatore della sicurezza, organismi nazionali e provinciali di controllo e di tutela della sicurezza dei lavoratori. «Un modello partecipativo - sottolinea Dario Uber, direttore dell’Uopsal - che coniuga l’attività di assistenza e di controllo da parte dei Servizi di prevenzione pubblici delle Aziende sanitarie con il coinvolgimento diretto delle imprese nella prevenzione dei rischi per la salute e la sicurezza sul lavoro. Il continuo confronto assicurato durante il percorso tra i professionisti a vari livelli coinvolti e “gli addetti ai lavori”, ha permesso peraltro uno scambio di informazioni e conoscenze utili ad accrescere il livello di competenza dell’intero sistema di prevenzione». Sostanzialmente prima di ogni fasi lavoratori e ispettori del lavoro si sedevano attorno ad un tavolo, valutavano i rischi e prendevano precauzioni. «Un protocollo che in due anni di lavori - commenta l’ingegner Michele Ferrari, direttore dell’Area immobili, aree industriali e gestione cantieri di Trentino Sviluppo – ha consentito di pressoché azzerare gli infortuni. Incontri, sopralluoghi e lavoro in sinergia che ha messo a punto precisi protocolli di sicurezza, ad esempio, per la casseratura, il montaggio di coperture e solai, l’armatura e il getto di fondazioni, solitamente le operazioni più delicate in un cantiere».
La velocità della costruzione è anche legata al fatto che i moduli sono stati montati come si fa con le costruzioni di Lego: venivano realizzati altrove e montati sul posto.

«In oltre cento anni di storia Colombo Costruzioni ha sempre prestato particolare attenzione alla gestione delle procedure necessarie a garantire la salute e la sicurezza dei propri dipendenti e di tutti gli operatori nei cantieri, ma durante i due anni di lavoro a Rovereto - sottolinea Giovanni Amigoni, direttore tecnico di Colombo costruzioni Spa - abbiamo avuto modo di apprezzare l’approccio collaborativo di tutti i soggetti coinvolti alla prevenzione ed alla vigilanza del cantiere».

 

 

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