Protestarono per le mascherine il Poli taglia 15 minuti di paga ai commessi di Rovereto

Non è una questione economica: quei 15 minuti non sarebbero certo stati pagati oro. È che leggere quella trattenuta sulla busta paga per gli operatori è stato uno schiaffo. Ecco perché ieri i sindacati hanno fatto pesare la scelta del Gruppo Poli, di togliere ai lavoratori di Rovereto il salario corrispondente ai 15 minuti di sciopero effettuato a inizio marzo scorso. 

Il caso risale al 13 marzo scorso. Si era all’inizio del lockdown, si ragionava di misure di sicurezza, di metro di distanza tra le persone. I supermercati erano aperti, ma in molti casi senza regolamentazione della clientela. Insomma, si potevano creare degli assembramenti dentro i negozi. E a farne le spese rischiavano di essere i lavoratori dei punti vendita. I primi ad alzare la voce, rispetto a questo, erano stati i dipendenti del Poli di via Craffonara, a Rovereto. Avevano fatto 15 minuti di sciopero, per sensibilizzare tutti - clientela e azienda - sulle misure di sicurezza da tenere in questi tempi complicati, in cui la salute dipende anche dai comportamenti dei singoli. Tra l’altro proprio quel giorno erano intervenute le forze dell’ordine, imponendo il rispetto delle ordinanze sulle distanze e sul contingentamento. Una denuncia, infine, che aveva colto nel segno: da allora in ogni punto vendita - Poli, ma non solo - sono comparsi addetti che contingentano l’entrata. Si sono cominciate a vedere più code fuori dai punti vendita, e meno assembramenti all’interno.

Bene. In questi giorni ai lavoratori Poli è arrivata la busta paga di marzo. E hanno trovato la sorpresa: lo stipendio di quel quarto d’ora di mobilitazione per sensibilizzare non solo l’azienda ma - a ben guardare -l’intera società trentina, è stato tagliato. Duri i sindacati: «Una scelta illegittima, incomprensibile e lesiva del diritto alla sicurezza -tuonano Paola Bassetti, Lamberto Avanzo e e Walter Largher, segretari generali di Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs - Nei casi in cui non siano rispettate le condizioni di sicurezza la legge prevede che il lavoratore possa astenersi dal proseguire l’attività e non deve subire alcuna penalizzazione economica. Non solo il Poli era inadempiente, ha scelto anche di umiliare i propri dipendenti. È inaccettabile di fronte a chi lavora rischiando la propria salute». E ancora: «Con questa scelta il Poli ha definito un ordine di priorità che mette al primo posto il proprio fatturato e l’immagine e all’ultimo la salute di chi lavora per il gruppo, anche in questi tempi difficili. Siamo sconcertati». E chiedono la conferma delle chiusure festive, dopo Pasqua.

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