Carollo: «Il mio Natale? È stato il migliore»

Braccio di ferro col Comune

Nei giorni scorsi abbiamo dato notizia dell’atto di citazione inviato da Agostino Carollo al Comune, per il saldo dei contributi relativi al Natale 2018. Ora dj Carollo vuol ribadire la propria posizone: «La legge è chiarissima e non ammette alcuna ingerenza da parte degli organi politici - scrive Carollo - Le prove, compresa la registrazione della dichiarazione del sindaco “Sono stato io a ordinare a Rinaldi di non pagare il saldo del contributo per il FestivalNatale a Carollo”, sono depositate in procura e sono a disposizione anche del tribunale civile. Basta leggere il provvedimento di diniego del saldo firmato dal dirigente del Comune Nando Rinaldi per accorgersi che si tratta, come scritto nel ricorso dall’avvocato Davide Lo Presti, di un “malcelato tentativo di non pagare con motivazioni quantomai strumentali e risibili: tra queste una inedita “tabella” con un elenco di “percentuali realizzazione eventi” la cui somma totalizza, guarda caso, proprio il 50,00%, ovvero esattamente la somma da non pagare”».

Da qui l’affondo pesantissimo di Carollo: «Si sa che la corruzione, la concussione e l’illegalità sono fenomeni particolarmente diffusi anche in Trentino, al punto che gli stessi Comuni invitano dipendenti e cittadini a segnalare i casi sospetti, ma sono pochissimi quelli che hanno il coraggio di denunciare o presentare ricorsi, per paura di ritorsioni. Non è il mio caso e voglio dare un esempio positivo a tutti».

E poi fa un bilancio del «suo» Natale: «Il FestivalNatale 2018 organizzato da Everness è costato all’ente pubblico 100 mila euro in meno rispetto ai Natali precedenti, organizzati dal Consorzio Rovereto In Centro. Il FestivalNatale ha offerto il quintuplo degli eventi rispetto agli anni precedenti (dati Siae) ed ha ottenuto il 40% di pubblico in più (dati Apt), riuscendo ad invertire un trend negativo che perdurava da alcuni anni. E questo nonostante il Comune abbia obbligato Everness a chiudere il mercatino il 24 dicembre anziché il 6 gennaio».

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