In bici sulle strisce: a Rovereto si può

Ciclisti in sella sulle strisce pedonali? A Rovereto si può. Nonostante il codice della strada imponga ai pedalatori di scendere dal velocipide e spingerlo nell’attraversamento della strada (ma sul punto ci sono versioni contrastanti sia tra i ministri che tra le forze dell’ordine), palazzo Pretorio ha scelto di adottare una strategia diversa per non disinvogliare i cittadini a dedicarsi alla mobilità alternativa e sostenibile. Insomma, la città della Quercia insiste, nonostante le prese di posizione dell’amministrazione abbiano seminato perplessità in questi anni, sull’impiego dei mezzi ecologici evitando ingorghi e smog con il massiccio ricorso alla macchina.

L’assessore Carlo Plotegher, però, ricorda che «in presenza di piste ciclabili o di percorsi promiscui ciclopedonali i ciclisti devono servirsi obbligatoriamente degli itinerari a loro riservati». Viceversa, in assenza di tracciati ad hoc, i pedalatori «devono marciare sulla carreggiata, quindi promiscuamente con i veicoli a motore, ed adottare i medesimi comportamenti dettati per tutti i mezzi dal codice della strada». Fin qui, nulla da eccepire. I problemi, però, insorgono proprio in presenza di «zebre». Ovunque si impone all’utente di smontare dal sellino e attraversare a piedi, manovra brigosa ma, sembra, imposta dalle norme. Per ovviare ai dubbi, il consigliere di M5s Paolo Vergnano  ha presentato un’interrogazione articolata in cui, oltre a segnalare il caso delle strisce pedonali «pedalabili» o meno, ha chiesto alla giunta l’introduzione chiara di semafori per le due ruote. E le strisce? «È opinione comune - spiega il consigliere - che gli attraversamenti pedonali, anche quelli semaforici, possano essere utilizzati dai ciclisti solo accompagnando la bicicletta a piedi. Il loro transito sarebbe comunque vietato. Ma l’associazione di ciclisti cita il codice della strada che, di fatto, lo consentirebbe». Vergnano, dunque, ha rivolto i quesiti all’assessore perché, chiaramente, li inoltrasse alla polizia locale. La visione del Comune è però diversa: «In presenza di semafori per velocipedi piuttosto che per soli pedoni, considerato che all’accensione della luce verde i veicoli a motore sono fermi, i ciclisti possono effettuare l’attraversamento della carreggiata anche in sella al veicolo». Laddove il semaforo non ci sia, ricorda ancora l’assessore, «il ciclista può attraversare la carreggiata in sella alla bicicletta purché ottemperi all’obbligo di cedere la precedenza ai veicoli circolanti sulla strada. In tal caso, infatti, egli non gode della precedenza che spetta ai pedoni e, in caso di collisione, verrebbe sanzionato». Infine, «in presenza di un attraversamento ciclabile che unisce due tratti di percorso dedicato il ciclista può attraversare in sella».
Vergnano, però, ha aggiunto il carico, chiedendo di tracciare sull’asfalto righe visibili che indichino la prosecuzione di una ciclabile. «Seppure l’obiettivo della norma sia quello di favorire l’uso e la circolazione delle biciclette per gli spostamenti in alternativa ai veicoli a motore - spiegano in Comune - il decreto non prevede l’obbligatorietà di realizzare gli attraversamenti ciclabili ad ogni intersezione». In definitiva, il codice della strada vieta o consente di pedale sulle «zebre»? «È tutt’ora oggetto di discussione e non mancano interpretazioni e pareri diversi formulati dagli addetti ai lavori e dal ministero». Nell’Italia del dubbio e del tutto e il contrario di tutto, dunque, almeno il Comune di Rovereto ha adottato la linea del buon senso: in bici ovunque, tranne che sul marciapiede, strisce pedonali comprese.

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