«Infarto, a morire di più sono le donne» Al S. Maria da tre anni un ambulatorio dedicato

di Luisa Pizzini

Lo sapevate che la prima causa di morte per le donne è l'infarto? In questo la loro sorte è diversa da quella degli uomini, anche in Trentino proprio come nel resto d'Italia. Così come differenti sono molto spessi i sintomi che accusano in questi casi e perfino gli esami medici a cui vengono sottoposte.

Da questo caso che sta interessando il mondo della cardiologia parte il ragionamento sulle «Disuguaglianze tra donne e uomini in medicina». Ad affrontare questo argomento nell'ambito del festival dell'economia è stato nei giorni scorsi il primario di cardiologia dell'ospedale Santa Maria del Carmine di Rovereto, il dottor Maurizio Del Greco ( nella foto qui accanto ). Lo ha fatto portano il suo contributo nell'incontro promosso e realizzato dalla Commissione per le pari ppportunità tra donna e uomo della provincia di Trento, in collaborazione con l'Ordine dei medici chirurghi e degli odontoiatri.

In America questo tema è emerso all'inizio degli anni Novanta, quando la dottoressa Bernardine Healy ha scritto sulla rivista «New England journal of medicine» un articolo su quella che chiama «La sindrome di Yentl» e denunciato un «comportamento discriminante dei cardiologi nei confronti della donna». Di fronte a questa affermazione il dottor Del Greco, in quanto cardiologo, si è sentito chiamato in causa ed ha deciso di andare a fondo della questione. Lo ha fatto analizzando i dati a livello italiano e cercando di capire se anche in Trentino si può parlare di differenza di genere in questo ambito. 

«Le malattie cardiovascolari sono la principale causa di morte nelle donne italiane: rappresentano 43,8% dei decessi - spiega il dottor Del Greco, dati alla mano -. La cardiopatia ischemica è la principale causa di morte cardiovascolare nelle donne con meno di 75 anni. Anche in Trentino, dove la percentuale nel 2009 era del 42,6%. Per gli uomini invece questo rischio è diminuito negli anni e la principale causa di morte sono diventati i tumori». «Perché?» si sono chiesti i medici che hanno affrontato la questione. «Le donne muoio più degli uomini d'infarto perchè sono cambiati i loro stili di vita - fa notare Del Greco -. In particolare questo è accaduto dal Dopoguerra, quando hanno iniziato a fumare e bere, per esempio. La medicina, nel frattempo, ha puntato su una campagna di prevenzione tutta al maschile, col risultato che la curva di rischio degli uomini ha iniziato a scendere. A metà degli anni Ottanta la mortalità per infarto era la medesima per uomini e donne. Ora sono le donne a morire di più per questo».

E mentre in America la consapevolezza è arrivata prima e di conseguenza anche le azioni di contrasto ed i primi risultati, da noi ci sono ancora cardiologi che ignorano questa differenza di genere. Quindi tra le prime cose da fare c'è la sensibilizzazione. «Ormai abbiamo capito che le donne mostrano anche sintomi diversi e vengono sottoposte a meno esami. O meglio: gli esami che fanno per approfondire non sono adatti a loro. La coronarografia infatti molto spesso non evidenzia problemi nelle donne, perché esplora solo le coronarie principali mentre il problema è altrove». Meno esami quindi, e meno ricerca al femminile. Come spiega il primario di cardiologia, «le donne sono generalmente più attente alla loro salute ma al momento sono meno informate». Anche per questo tre anni fa il dottor Del Greco assieme allo staff del suo reparto ha creato un ambulatorio ad hoc. «Qui indirizziamo le donne che vengono ricoverate per qualche forma di cardiopatia e le seguiamo. È un primo passo, ma c'è ancora molto da fare».

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