Vivono in Albania con l'assegno sociale Per evitare il carcere, devono ridare 25mila euro

di Barbara Goio

Stare in Albania con i soldi dell'assegno sociale dell'Italia: la situazione, per un'anziana coppia di Rovereto, era sicuramente vantaggiosa. Sia perché il costo della vita nel Paese balcanico è molto più basso, sia perché per l'uomo e la donna era un modo per starsene nella propria terra e poi andare a trovare i figli, che vivono a Rovereto, ad intervalli più o meno regolari. Anzi, abitando nella stessa casa, la «copertura» funzionava alla perfezione perché se c'era qualche controllo bastava dire che i due erano usciti da poco.

Peccato però che la cosa non è contemplata dalla legge italiana che prevede l'erogazione dell'assegno sociale alle persone indigenti solo se queste vivono sul territorio italiano. La normativa è un po' complicata ma sancisce senza appello che se un residente in Italia se ne va all'estero, deve comunicarlo e l'assegno viene sospeso. Se le assenze si prolungano, viene cessato ogni tipo di assistenza. Questo perché gli aiuti vanno dati solo a chi effettivamente vive in Italia. Incuranti di tutto ciò, la donna di 71 anni e l'uomo di 78, per anni hanno fatto come se niente fosse, trascorrendo periodi sempre più lunghi in Albania, e passando da Rovereto ogni tanto per ritirare il denaro. Non si è trattato di somme esagerate (meno di 300 euro al mese a lei, sui 700 a lui), ma nel corso di cinque anni, dal 2010 al 2015, l'uomo ha ricevuto ben 19.812,50 euro, mentre alla donna sono stati versati 6.750,42 euro, in tutto oltre 25 mila euro che l'Inps ha consegnato a questi signori. 

Le cose sono filate lisce fino alla primavera dell'anno scorso quando qualcuno si è insospettito ed è partita una segnalazione ai carabinieri di Rovereto. Alla fine di marzo, gli inquirenti hanno accertato che la coppia di anziani di fatto viveva più in Albania che nella città della Quercia. Da qui la denuncia alla magistratura, che ha aperto un fascicolo per «indebita percezione di erogazione ai danni dello Stato». In particolare ai due è stato contestato il reato di «omissione di informazione dovute». Infatti, è stato appurato, quando la coppia ha fatto domanda per ottenere l'assegno sociale, aveva tutti i requisiti necessari e quindi era tutto regolare; solo in un secondo tempo, quando ai due è venuto in mente di trascorrere sempre più tempo in Albania, sarebbe dovuta scattare la comunicazione. E invece i due, cittadini albanesi ma con regolare permesso di soggiorno, non hanno fatto nulla. Se ci sia stato dolo, ovvero se i due avessero fatto apposta a non dire nulla all'Inps per non perdere l'assegno, oppure se si sia tratta di una semplice dimenticanza, è argomento ancora da stabilire. Resta il fatto che questa «dimenticanza» ha fatto perdere all'istituto di previdenza italiano un bel gruzzoletto.

La condanna, inflitta ieri con rito abbreviato e quindi con riduzione di un terzo della pena, è stata dunque di dieci mesi di reclusione all'uomo e di otto mesi alla donna. Ma, proprio per cercare di recuperare quel denaro, il giudice ha deciso di subordinare la sospensione della pena alla restituzione dei soldi. I due avranno dunque un anno di tempo per mettere insieme quei circa 25 mila euro di cui sono stati beneficiari senza averne diritto, e se ciò non accadrà dovranno scontare i mesi di reclusione. L'Inps, in questo caso, non si è costituito parte civile.

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