«Garantiamo la sicurezza ascoltando le persone» Viaggio al commissariato di polizia di Rovereto Dallo stalking ai giovani, com'è cambiato il lavoro

di Luisa Pizzini

C’è sempre un gran via vai negli uffici al primo piano del commissariato di polizia di via Sighele a Rovereto. Quell’edificio a ridosso del tribunale è sempre stato un punto di riferimento per i roveretani ma ormai lo è anche per i tanti stranieri che approdano in città. È qui che si devono rivolgere infatti per le pratiche legate ai permessi di soggiorno, è qui che si rilasciano i permessi per il porto d’armi e sempre qui ci si deve recare per ottenere o rinnovare il passaporto. È da qui che partono le volanti per i servizi di controllo sul territorio della Vallagarina o per gli interventi d’emergenza in cui è richiesto anche il loro aiuto. È qui che si trova anche l’ufficio denunce.
«Ma il nostro commissariato di polizia, negli anni, è diventato sempre più un vero e proprio punto di riferimento per chi vive in città. Quello che facciamo di più è ascoltare le persone». Ilva Orsingher, vice questore, è il dirigente del commissariato di polizia di Rovereto. Da quanto veste la divisa della polizia di Stato ha cambiato diversi ruoli ed ora che è tornata nell’ufficio al secondo piano di via Sighele ha notato com’è cambiata la città ma soprattutto come sono cambiate le esigenze dei roveretani.

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Vice questore Orsingher, quanti siete qui al commissariato?
Siamo circa quaranta agenti, oltre al personale civile che lavora nei nostri uffici e che dipende dal ministero. Come accade un po’ ovunque, anche da noi l’organico è stato ridotto nel tempo. Una decina d’anni fa i poliziotti che lavoravano qui a Rovereto erano cinquanta. Ma non è soltanto una questione di numeri, perché col passare del tempo anche il nostro lavoro è cambiato.
Com’è organizzato il lavoro di un commissariato di polizia come quello di Rovereto?
Assieme a me in questi uffici lavorano degli ispettori di polizia, che sono i responsabili dei diversi settori all’interno del commissariato.
Quali sono i vostri compiti?
Innanzitutto c’è il controllo del territorio. Viene fatto attraverso il lavoro delle volanti e dall’ufficio denunce. È un aspetto fondamentale per noi questo, perché rappresenta la prevenzione dei reati. Controllare i luoghi e le persone significa conoscere, di conseguenza saper valutare le situazioni sulle quali poi magari siamo chiamati ad intervenire. Naturalmente non è l’unico compito che abibamo. Poi c’è il lavoro di polizia giudiziaria, che consiste nella repressione dei reati e infine quello che riguarda la polizia amministrativa.
Com’è cambiato il lavoro della polizia in una città come Rovereto?
Siamo sempre più un punto di riferimento per le persone, un punto di ascolto.
E chi si rivolge a voi?
Le famiglie, ad esempio. Ci capita spesso di ascoltare genitori preoccupati per i loro figli che vengono a chiederci aiuto. E poi magari ascoltiamo la stessa storia da quei figli. Perché non riescono a trovare il modo di dialogare. Oppure è la volante che, nel suo lavoro sul territorio, nota situazioni difficile. Donne in difficoltà, in alcuni casi, che dopo un po’ capiscono che si possono fidare dei nostri agenti e chiedono aiuto.
C’è un reato o comunque una problematica che vi capita di affrontare molto più spesso rispetto al passato?
Lo stalking. Dopo il questore, che è autorità provinciale per la pubblica sicurezza, noi rappresentiamo l’autorità locale. Per questo dobbiamo notificare tutte quelle misure, quelle intimazioni nei confronti della parte molesta che abbiamo notato essere una grande forma di deterrente. C’è molta attenzione in questo senso, c’è molto lavoro dietro a queste situazioni in cui la nostra presenza o il nostro intervento diventano fondamentali per garantire la sicurezza.
I giovani invece, che rapporto hanno con la vostra divisa?
Buono direi. Anche perchè abbiamo una collaborazione molto stretta con gli istituti scolastici anche con la polizia postale: dobbiamo far capire loro che ci siamo, che li affianchiamo nel difficile compito di educare questi ragazzi. Anche questa è prevenzione. Siamo molto attenti inoltre a tutta la fascia d’età che frequenta le scuole medie e superiori: ogni mattina una della nostre volanti è presente nella zona della stazione ferroviaria per controllare il gran flusso di ragazzi che si reca a scuola. Cerchiamo di fare in modo che non imbocchino strade sbagliate, tra piccolo spaccio o danneggiamenti ad esempio.

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