«Sui bus anche tossici e colleghi presi a pugni»

di Matthias Pfaender

Trasporto pubblico: schiamazzi, maleducazione e sporcizia sono, su alcune corse, all'ordine del giorno. Capita anche di peggio. Risse, come a Mori una decina di giorni fa; o consumo di droga. «È successo ad un collega, l'anno scorso: un ragazzo, sul fondo del mezzo, si è iniettato qualcosa con una siringa». La presa di posizione della Uil Trasporti all'indomani della rissa su un mezzo a Mori, che per bocca di Nicola Petrolli ha minacciato la sospensione dei servizi notturni se non saranno attivati i pulsanti di emergenza per la chiamata delle forze dell'ordine, ha solo riportato in primo piano una problematica di lunga data. Matteo Fasolli è un autista di Trentino Trasporti. Oggi in servizio a Trento, anni fa a Rovereto. 
Cosa si intende per servizio notturno? 
«Sono le corse che vanno dalle sei del pomeriggio circa a mezzanotte. A Rovereto si arriva anche alle 2.30».
Le condizioni di sicurezza sono peggiorate negli ultimi anni?
«No, direi che c'è sempre stato un certo livello di "rischio". Piuttosto, mi sembra che le problematiche si sono estese anche ad altri orari. Al pomeriggio, o anche la mattina».
Che tipo di problemi?
«Passeggeri molesti, che disturbano o sporcano o danneggiano il mezzo. Nei casi peggiori risse, o consumo di droga. Anche aggressioni ai danni di noi autisti. A me personalmente non è mai capitato, ma è successo; colleghi presi a pugni».
A norma di regolamento, cosa dovete fare in queste situazioni?
«Nei casi minori, dobbiamo chiamare un controllore, se non già in servizio sul nostro mezzo. Nei casi più gravi dobbiamo chiamare le forze dell'ordine». 
Siete responsabili dell'incolumità dei passeggeri?
«Più o meno. Mi spiego: siamo responsabili dell'incolumità delle persone, ma non siamo tenuti, né possiamo, fare i "giustizieri" a bordo dei mezzi. Dobbiamo chiamare le forze dell'ordine». 
Le è mai capitato?
«Sì, più volte. Per esempio qualche mese fa scendevo da Lavis, direzione Trento. Più o meno alla prima fermata dopo Gardolo, è salita una coppia di uomini, extracomunitari. Alla fermata successiva sono saliti altri cinque. Hanno iniziato quasi subito a prendersi a sberle. Ho proseguito fino alla fermata del Top Center, ho fermato il bus e aperto le porte. Appena sono scesi, continuando la rissa, ho richiuso le porte, per proteggere gli altri passeggeri, e ho fatto il 112. Nel frattempo uno di loro è andato al Brico a prendere un legno». 
Per quella che è la sua esperienza, chi è che causa problemi? Giovani? Ubriachi?
«In stragrande maggioranza extracomunitari. Tra di loro, o contro altri italiani, ma ci sono quasi sempre loro di mezzo».
Qual è l'atteggiamento degli altri passeggeri di fronte a questi episodi? Intervengono in qualche modo? 
«Praticamente tutti cercano di non essere coinvolti. Se possono, scappano. È logico».
Quali sono le corse più «calde»? 
«Su Rovereto direi quelle da Mori e Nomi, soprattutto in occasione delle feste. Su Trento Spini, Gardolo, Villazzano Tre... Oltre a quella dal Cfp, un vero disastro».
Quella che porta gli studenti a Villazzano?
«Un vero disastro, tutti i giorni: inveiscono, bruciano carta, fumano, sputano, urlano fuori dai finestrini, specie alle ragazze, saltano da un lato all'altro dell'autobus per farlo sbandare. Guidare l'autosnodato diventa difficile. Il 90% delle corse è così. Stanno calmi solo quando salgono i controllori con la Polizia municipale. Ma il giorno dopo recuperano». 
Si è pentito di aver scelto questo mestiere?
«No, sono contento di fare l'autista». 

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