Allarme sul torrente Leno a Rovereto: un giovane disperso in acqua Sommozzatori sul posto

di Paolo Liserre

Da quel punto è molto difficile, se non impossibile, che un roveretano si tuffi. È un salto di 4-5 metri in uno specchio d'acqua profondo più o meno altrettanto, con un bordo di sassi nascosti sotto il pelo dell'acqua e una temperatura che supera di poco i 10 gradi, nonostante siamo in estate. Mettersi nei guai o farsi male è facilissino, quasi scontato, a meno che lassù tu non abbia una buona «stella» che ti protegge.
Forse quella buona «stella» ce l'ha Vitaljios Balciunas, cittadino lituano di 45 anni senza fissa dimora, a Rovereto da circa un anno e mezzo assieme ad alcuni connazionali con i quali ha trovato spesso rifugio all'ex Marangoni o in altri immobili abbandonati in giro per la città. Ieri poco dopo le 18 ha deciso di tuffarsi dal salto sul torrente Leno: la cascata che si osserva dal Ponte Forbato, nel quartiere di S. Maria. Ora si trova ricoverato in condizioni disperate nel reparto di terapia intensiva del Santa Chiara di Trento.
Vitaljios era in compagnia di un paio di amici e prima di quel tuffo tutti e tre avevano bevuto qualcosina di troppo. Un tuffo, uno solo, ma tanto è bastato. Il quarantacinquenne lituano non è più emerso, l'amico è tornato sott'acqua per cercarlo, per un attimo è riuscito anche ad afferrrarlo ma poi ha dovuto mollare la presa e il corpo del connazionale è sprofondato per alcuni metri. Il terzo del gruppetto, sistemato sulla piccola balconata dalla quale i due amici si erano poco prima calati sul salto del torrente, ha visto tutto e di fronte alla disperazione dell'amico si è precipitato in un negozio vicino per dare l'allarme. Il corpo esanime del cittadino lituano è rimasto sott'acqua per diversi minuti. I primi ad arrivare sul posto sono stati gli operatori di Trentino Emergenza 118 di Rovereto, con l'ausilio dell'auto sanitaria: l'acqua è limpida e il corpo si vedeva ad alcuni metri di profondità, ma recuperarlo era praticamente impossibile in mancanza di mezzi adeguati. Ci ha provato anche il personale del Saf (il gruppo Speleo Alpino Fluviale) dei Vigili del Fuoco ma non c'è stato nulla da fare, almeno fino all'arrivo e all'intervento dei sommozzatori del corpo permanente di Trento che dopo alcuni minuti sono riusciti a riportare in superficie il corpo esanime dell'uomo.
L'elicottero del 118 ha calato con il verricello medico rianimatore e personale sanitario e da quel momento sono trascorsi diversi minuti, tanti minuti, durante i quali i soccorritori hanno fatto anche l'impossibile per strappare alla morte il quarantacinquenne lituano. Più passavano i minuti più si affievolivano le speranze che Balciunas potesse farcela. Mentre i vigili del fuoco hanno dovuto trattenere a forza, in due, l'amico disperato che continuava a chiamarlo mentre i sanitari si prodigavano nel massaggio cardiaco. Con passare dei minuti sembrava sempre più probabile che l'uomo non ce la facesse. Ma alla fine la determinazione e l'impegno del personale medico e sanitario ha consentito di stabilizzarlo e trasferirlo d'urgenza prima all'ospedale di Rovereto e poi con l'elisoccorso al Santa Chiara di Trento. I segni vitali erano comunque ridotti al minimo. Nella tarda serata di ieri Balciunas è entrato in sala operatoria per essere sottoposto ad un delicato intervento per attivare la circolazione extracorporea. L'ultima spiaggia. P.L.

 

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