«Roncola selvaggia», recise 1.600 viti

Una mattanza tra le piante di vite, tralci mozzati e foglie strappate, rami lasciati penzolanti: è questo lo spettacolo che si è trovato davanti un contadino di Marco quando sabato mattina è arrivato nel suo appezzamento per prendersi cura del suo futuro raccolto. Uno scenario terribile per chi dalla terra trae il sostentamento per la propria famiglia e che quest'anno non potrà ricavare dalla vendemmia quanto gli spetta per il suo duro lavoro. Dopo lo sbigottimento, però, è subentrata la rabbia, nei confronti di un gesto crudele e meschino

MARCO - Una mattanza tra le piante di vite, tralci mozzati e foglie strappate, rami lasciati penzolanti: è questo lo spettacolo che si è trovato davanti un contadino di Marco quando sabato mattina è arrivato nel suo appezzamento per prendersi cura del suo futuro raccolto. Uno scenario terribile per chi dalla terra trae il sostentamento per la propria famiglia e che quest'anno non potrà ricavare dalla vendemmia quanto gli spetta per il suo duro lavoro. Dopo lo sbigottimento, però, è subentrata la rabbia, nei confronti di un gesto crudele e meschino.


Un'azione degna della peggiore «roncola selvaggia». L'aggressione alle piante è avvenuta nella notte tra venerdì e sabato, in una delle campagne di Marco. A essere danneggiate sono state circa 1.600 vigne, per un valore di circa 20mila euro.


Chi ha compiuto il gesto a Sud di Rovereto deve aver aspettato il calare della notte per agire, in modo da non essere visto mentre perpetrava il danneggiamento. Venerdì sera, infatti, quando l'agricoltore ha lasciato la sua campagna al volante del trattore dopo aver lavorato tra i filari, tutto era perfettamente in ordine, con le foglie verdi rigogliose sulle pergole e i primi accenni di grappoli.
Tutto un altro scenario ieri mattina. Le fronde delle vigne erano state recise in modo netto, i tronchi tagliati: un'apocalisse. Non è ancora certo con quale strumento abbia agito «roncola selvaggia», ma è probabile si tratti di forbici pneumatiche, quelle comunemente utilizzate per la potatura degli alberi da frutto. Con questo genere di oggetto si riesce a troncare facilmente e velocemente la pianta, senza nemmeno fare fatica e senza fare troppo rumore.


Ieri mattina sotto le viti massacrate dall'atto vandalico sono arrivate anche le forze dell'ordine: il proprietario del campo infatti ha sporto denuncia contro ignoti al Commissariato di polizia. Gli agenti hanno esaminato la situazione dell'appezzamento per cercare di identificare una mano dietro al gesto. I rami erano tagliati a diverse altezze, quindi è possibile che più persone abbiano lavorato per arrecare il maggior danno possibile e per agire abbastanza in fretta da non dare nell'occhio
Nessuno si è accorto di nulla fino a ieri mattina, anche perché la zona dove si trova la campagna di notte è completamente incustodita e disabitata. I colpevoli non devono comunque averci messo molto a distruggere le viti: con gli strumenti giusti ed essendo magari più di uno, per recidere le 1.600 piante, ci potrebbe essere voluto meno di un'ora. In questo periodo dell'anno i contadini sono spesso al lavoro sotto le pergole, perché i vegetali hanno bisogno di essere accuditi e preparati per la maturazione dell'uva. Chi ha danneggiato il vigneto, sapeva che la mattina all'alba il proprietario sarebbe arrivato puntuale per prendersi cura dei vegetali in fioritura.


Ora tocca alla polizia indagare su chi possa aver fatto un simile dispetto al proprietario del vigneto e anche quale motivo abbia spinto qualcuno a recidere i tralci e i tronchi sottili delle piante. Il danno legato alla strage di viti è veramente ingente: la stima è di circa 20mila euro, perché sulle pergole danneggiate non potrà maturare nessun frutto. Oltre al danno visibile, in questi casi è la consapevolezza di aver gettato al vento in un istante tanti mesi di duro lavoro a ferire i contadini. La vittima di «roncola selvaggia» non coltiva la terra per hobby, ma lo fa per lavoro: la vendemmia è quindi un'entrata fondamentale per l'economia famigliare. Un'entrata che il prossimo autunno verrà sicuramente a mancare, dopo che gran parte della proprietà è stata irrimediabilmente danneggiata.

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