Sciopero alla Marangoni, le rassicurazioni di Olivi

Sciopero per tutto il giorno e corteo, a partire dalle nove, dallo stabilimento di via del Garda alla sede di Trentino Sviluppo. Al quinto giorno consecutivo di stato di agitazione la protesta degli operai della Marangoni entra nel vivo. Alle nove è partito il corteo di 200 operai, Rsu e rappresentanze sindacali in testa, che arriverà in via Zeni, dove le rappresentanze sindacali si incontreranno con il vicepresidente del Trentino Alessandro Olivi, più volte invocato, dallo scoppio del «caso Marangoni», da istituzioni, sindacati e politica(Video di Matthias Pfaender)

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Sciopero per tutto il giorno e corteo, a partire dalle nove, dallo stabilimento di via del Garda alla sede di Trentino Sviluppo. Al quinto giorno consecutivo di stato di agitazione la protesta degli operai della Marangoni entra nel vivo.
Alle nove il corteo di 200 operai, Rsu e rappresentanze sindacali in testa (saranno presenti anche i tre segretari provinciali di Cgil, Cisl e Uil) lascerà i cancelli della fabbrica: destinazione gli uffici di via Zeni, dove le rappresentanze sindacali si incontreranno con il vicepresidente del Trentino Alessandro Olivi, più volte invocato, dallo scoppio del «caso Marangoni», da istituzioni, sindacati e politica, di destra, centro e sinistra. Anche l'assemblea dei lavoratori ha richiesto un «faccia a faccia» con l'assessore, al quale si chiede di esercitare con forza pressioni sull'azienda, in nome soprattutto dei benefici economici di cui questa ha goduto negli ultmi anni.
Il partito pro lavoratori si è dimostrato finora compatto. Più del fronte interno degli stessi dipendenti, visto che ormai sembra acquisito che i 120 dipendenti amministrativi, pur inquadrati anche loro nel contratto nazionale gomma plastica che l'azienda intende disconoscere, non partecipano alla lotta contro il progetto di ristrutturazione interna. Ristrutturazione che prevede otto milioni di investimenti per rinnovare le linee di produzione chiedendo  ai dipendenti importanti sacrifici in termini economici, quantificabili in circa 2.500 euro lordi in meno all'anno. Ipotesi respinta al mittente, bollata come «inaccettabile» da chi guadagna dai 1.100 ai 1.400 euro netti al mese.
Nel frattempo, dopo Lega, M5S e Pd, tocca a Sel prendere la parola per esprimere «il pieno sostegno ai lavoratori e alle lavoratrici della Marangoni. Nei loro confronti si sta applicando una politica industriale, ormai dilagante, basata solo sulla riduzione delle tutele e degli stipendi dei lavoratori, a fronte di vaghe promesse di investimenti. Alla Provincia e al vicepresidente Olivi chiediamo di attivarsi immediatamente per salvaguardare il rispetto dei diritti dei lavoratori». Quale che sia la loro provenienza, le dichiarazioni di vicinanza e solidarietà hanno fatto piacere agli operai del colosso degli pneumatici. «Sereni e determinati» li descrive Alan Tancredi, segretario della Uilcem Uil, che aggiunge: «Quello di domani (oggi,  ndr ) sarà un corteo pacifico e sano di lavoratori intenzionati a difendere i loro stipendi».

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