Tutti in piazza  per Stefano Cucchi

Tante strisce di carta appese al lato della strada. Ognuna riassume in pochi ma essenziali dati la storia di una persona, una delle tante morte dietro le sbarre di una cella dei carceri italiani. È in questo modo, e con un grande striscione per dire «non si può morire così», che ieri pomeriggio all'angolo tra corso Rosmini e via Stoppani è stato allestito un gazebo dal gruppo che periodicamente torna a parlare della morte di Stefano Cucchi e di tutte le vicende simili alla sua

CUCCHIROVERETO - Tante strisce di carta appese al lato della strada. Ognuna riassume in pochi ma essenziali dati la storia di una persona, una delle tante morte dietro le sbarre di una cella dei carceri italiani. È in questo modo, e con un grande striscione per dire «non si può morire così», che ieri pomeriggio all'angolo tra corso Rosmini e via Stoppani è stato allestito un gazebo dal gruppo che periodicamente torna a parlare della morte di Stefano Cucchi e di tutte le vicende simili alla sua.


Il presidio - che inizialmente era stato annunciato in piazza Loreto - si è spostato a ridosso del corso principale della città per tornare a porre l'attenzione su tutte quelle storie, purtroppo dall'esito tragico, che pochi conoscono ma che fanno riflettere ancora una volta sulla situazione delle carceri italiane e sulle morti dietro le quali si nascondono alle volte dei misteri che restano immancabilmente senza risposte.


La manifestazione di ieri per chiedere giustizia, annunciata attraverso una serie di voltantini che sono stati affissi nei giorni scorsi in giro per la città, si è svolta senza problemi.

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