Nuovo turismo arabo sul Garda: incomprensioni e codici diversi da imparare
A Riva la sindaca Santi riceve alcune donne, provenienti da Dubai, che lamentavano il servizio loro dedicato in un ristorante cittadino: «Ci hanno trattate diversamente dagli altri clienti». Ma il titolare del locale respinge le accuse: «Eravamo in chiusura, le abbiamo comunque servite, nessuna emarginazione»
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TRENTO. «Che sia stato un episodio di razzismo, e voglio credere di no, o di semplice maleducazione, comunque chi fa accoglienza turistica non può agire in questo modo nella nostra città». Cristina Santi ha ricevuto ieri pomeriggio in municipio un gruppo di turiste provenienti da Dubai accompagnate da una rivana che le ha ospitate in questi giorni per un'amicizia di lunga data.
Protagoniste di un episodio che ha le ha scosse profondamente e che hanno raccontato alla prima cittadina. Due sere fa il gruppetto a tarda sera ha fatto tappa in un noto ristorante della città, ricevendo a loro dire un'accoglienza diversa da quella che si aspettavano: «Una delle mie amiche - racconta l'accompagnatrice rivana - ha chiesto se potevamo ancora ordinare qualcosa e in un primo momento le è stato detto di no perché erano in chiusura.
Quando però sono andata io a fare la stessa richiesta la risposta è stata diversa. Abbiamo chiesto di sederci ad un tavolo, ma ci hanno fatto accomodare in un angolo.
Poco dopo è arrivata una famiglia di turisti occidentali, anche numerosa, li hanno fatti sedere dove volevano e li hanno subito serviti senza proferir parola. Quando abbiamo chiesto spiegazioni ci hanno risposto in malo modo: noi eravamo tutte donne, loro tutti uomini, ci siamo sentite a disagio e dopo poco ce ne siamo andate. Un cameriere ci è corso dietro urlandoci contro».
Diversa e opposta la versione del titolare del noto ristorante: «Eravamo in chiusura, le abbiamo comunque servite e così abbiamo fatto con chi è arrivato subito dopo di loro. Non le abbiamo emarginate. Una di loro era molto agitata e le altre hanno iniziato ad inveire in arabo contro il personale. Al ristorante accogliamo tutti e facciamo lavorare tutti: ho dipendenti italiani, pakistani, nordafricani, di sicuro i miei ragazzi non sono razzisti».
Difficile capire come siano andate veramente le cose, anche perché di mezzo ci sono codici comunicativi e comportamentali ai quali non siamo ancora abituati.
Mai come quest'anno si è notata l'esplosione del nuovo turismo arabo, con migliaia di presenze che è facile riconoscere anche per strada. Donne velate (ma non sempre), famiglie numerose, un turismo nuovo, spesso danaroso ed esigente, che ha esigenze diverse, sensibilità diverse e al quale vanno prese le misure senza venir meno alla tradizionale ospitalità rivana.
«Esattamente questo - dice la sindaca dopo aver ricevuto il gruppetto - le ho incontrate per ascoltarle e non volevo che lasciassero Riva con un brutto ricordo. Mi sono sembrate molto gentili e ci hanno portato i pasticcini tradizionali. Sicuramente si è trattato di un episodio negativo sul quale non voglio e non posso sbilanciarmi, forse più che di razzismo si è trattato di maleducazione, di incomprensione, ma sono comunque cose che non dovrebbero accadere negli esercizi della nostra città».