Garda / Il dibattito

Sentiero del Ponale, Maurizio Fugatti «raffredda» i sindaci: «Troppi soldi e opere impattanti per la mitigazione del rischio»

Un anno fa tutti i primi cittadini dell’Alto Garda e Ledro avevano sollecitato una soluzione condivisa anche per far diventare la strada «una possibile viabilità alternativa». A quella lettera non è mai stata data risposta. Il presidente della Provincia però ha gelato le speranze rispondendo a Michela Calzà (Pd)

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di Paolo Liserre

RIVA DEL GARDA. È un po' come la celeberrima locuzione «parlare a nuora perché suocera intenda». Tenendo presente tra l'altro che «suocera» (nel caso specifico tutti e sette i sindaci dell'Alto Garda e Ledro) qualche domanda l'aveva fatta ma a quella domanda e a quelle sollecitazioni non è mai arrivata risposta. Che sotto un'altra forma (risposta all'interrogazione della consigliera provinciale Pd Michela Calzà) arriva adesso, ma non direttamente. A nuova appunto.

Ma andiamo per ordine cronologico. Il 24 febbraio dell'anno scorso tutti i sindaci della zona inviano una comunicazione ufficiale al governatore Fugatti e alla giunta provinciale sollecitando «lo studio in sinergia con la Comunità di Valle di una soluzione che dia fine alla travagliata storia della Ponale per darne un senso compiuto, garantirne la sicurezza e la sua fruizione negli anni a venire - scrivevano i primi cittadini - mediante un progetto che tenga conto e valorizzi le sue peculiarità storiche e morfologiche, e che possa essere garanzia in futuro di un vero percorso ciclopedonale come collegamento alternativo della Valle di Ledro con il resto della Comunità Alto garda e Ledro inserendolo nella rete provinciale delle ciclabili e mobilità sostenibile».

Una richiesta nata anche dalle considerazioni condivise che «il tracciato del Ponale per l'Alto Garda e Ledro ha una valenza turistica uguale e per certi versi superiore alla Ciclovia del Garda» (scrivevano ancora i sindaci) e che «la Ponale può diventare finalmente una "viabilità alternativa" tra Riva e Ledro». A distanza di poco più di un anno a quella missiva ufficiale non è mai arrivata altrettanta risposta ufficiale. E anche nel vertice congiunto di un paio di settimane fa a Riva, della questione non se n'è minimamente parlato.

All'inizio del dicembre scorso la consigliera provinciale del Pd Michela Calzà (già vicesindaca di Dro) presenta un'interrogazione alla luce di quanto accaduto un mese prima con il crollo parziale di una volta all'interno della galleria Dom, la chiusura di quest'ultima e le inevitabili e pesanti ripercussioni soprattutto sulla comunità ledrense. L'ultima domanda si collega (almeno in parte e non volontariamente) proprio al contenuto della lettera sottoscritta da tutti i sindaci: «È previsto per il Sentiero della Ponale un investimento annuale per la manutenzione e la riduzione del rischio a partire dall'anno 2024?».

La risposta del governatore Fugatti in persona è arrivata nelle scorse ore (martedì 5 marzo) ed è anche una risposta indiretta alle sollecitazioni dei primi cittadini di Alto Garda e Ledro: «Per quanto riguarda la Ponale - scrive il presidente della Provincia - si fa presente che il tracciato in oggetto è classificato come sentiero e pertanto rientra tra le competenze delle strutture che si occupano di percorsi escursionistici di montagna. E' noto, peraltro, che i livelli di pericolosità insistenti sul versante attraversato dal tracciato della Ponale sono quelli tipici di un ambiente alpino montano naturalmente sottoposto a fenomeni franosi di caduta sassi e massi, con conseguenti rischi con i quali è necessario e inevitabile la convivenza, seppur supportata da monitoraggi e opportune azioni di manutenzione che la Provincia ha sempre garantito».

«Un intervento complessivo di mitigazione del rischio, lungo l'intero versante del sentiero della Ponale - scrive testualmente Fugatti - comporta certamente impegni di spesa molto rilevanti, nell'ordine di alcune decine di milioni di euro, nonchè opere estremamente impattanti dal punto di vista ambientale sulla naturalità dei luoghi a causa dell'esigenza di realizzare un ingente numero di strutture quali ad esempio gallerie artificiali, reti, barriere paramassi e contrafforti di calcestruzzo». Altro quindi che farne «una viabilità alternativa fra Riva e la Val di Ledro», come chiedevano Betta, Santi, Girardi e gli altri sindaci nella loro lettera di un anno fa. Chissà se adesso suocera ha inteso...

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