Benaco / Il caso

Apertura della galleria Adige Garda, la Comunità chiede il rinvio: «Il lago è troppo pieno»

Lettera dei Comuni di tutte le sponde ai Bacini Montani di Trento: «Siamo già a 129 centimetri sopra lo zero idrico, rinviate la manovra»

MANUTENZIONE Quattro giorni per ripulire i tunnel
BILANCIO Il lago ritorna ai massimi storici

TORBOLE SUL GARDA.  La Comunità del Garda chiede alla Provincia di Trento di rinviare l'apertura della galleria Adige Garda, per lavori di manutenzione, in programma la prossima settimana. Pierlucio Ceresa, segretario della Comunità benacense, ente che riunisce i Comuni delle quattro sponde gardesane, trentina, veronese, bresciana e mantovana, ha scritto martedì al servizio Bacini montani della Provincia di Trento per chiedere di «posticipare i lavori ad altra data, quando il livello lacustre sarà ritornato a misure normali e in sicurezza idraulica»; l'apertura della condotta, infatti, porterebbe un'ulteriore massa d'acqua nel lago che è già ai suoi massimi storici, ieri a 129 centimetri sopra lo zero idrometrico (lo zero idrometrico è la quota della superficie del bacino, misurata a Peschiera, alla quale l'acqua del lago inizia a defluire nel fiume Mincio).

La lettera è stata inviata anche ai vicepresidenti della Comunità, Cristina Santi, sindaca di Riva, Filippo Gavazzoni, vicesindaco di Peschiera e Francesco Federici, consigliere di Volta Mantovana, a Gianni Morandi, sindaco di Nago Torbole e a Gaetano La Montagna, direttore dell'Agenzia interregionale per il fiume Po.

La Provincia di Trento con una nota ha fatto sapere ieri di non volere cambiare la data, da lunedì a venerdì 8 marzo, e di procedere con le attività annuali di manutenzione della galleria Adige-Garda, il tunnel che dagli argini del fiume Adige a Mori arriva fino a località Conca d'oro sul lago di Garda nel comune di Nago Torbole.

Poiché la manutenzione della galleria avverrà in un periodo nel quale «il livello del lago risulta ben superiore allo zero idrometrico in conseguenza delle recenti abbondanti precipitazioni - fa sapere la Provincia - va precisato che le manovre comporteranno l'immissione nel Garda di circa 340 mila metri cubi d'acqua, con un innalzamento del livello dello specchio d'acqua nell'ordine del millimetro, quindi praticamente impercettibile».

«L'obiettivo - spiega sempre Trento in una nota stampa - è di verificare l'efficienza dell'opera che serve a ridurre la portata di piena del fiume Adige, riversandone una parte nel lago di Garda. Utilizzato 13 volte a partire dagli anni Sessanta (l'ultima il 31 ottobre 2023 in piena emergenza meteo), il tunnel scolmatore artificiale garantisce la sicurezza degli abitati della parte meridionale del Trentino e soprattutto della città di Verona. Le attività di manutenzione - con il sollevamento delle paratoie in modalità alternata - saranno concentrate in poche ore e consentiranno di verificare la funzionalità e l'efficienza di tutte le componenti (meccaniche, elettroniche, hardware e software)».

Le attività di manovra prevedono dapprima «l'apertura delle 4 "luci", una alla volta, per circa 10-15 minuti, con portata media di circa 25 metri cubi al secondo; successivamente si procederà all'apertura contemporanea di tutte e quattro le paratoie per una decina di minuti, raggiungendo una portata massima di circa 100 metri cubi al secondo. Le operazioni di apertura delle paratoie durano in totale 4-5 ore, e comportano l'immissione nel lago di Garda di una contenuta quantità d'acqua mista a limi e sabbie, che in considerazione della loro leggerezza generano un temporaneo "pennacchio" sulla superficie del lago, salvo poi affondare nelle sue acque».Il tutto avviene nel rispetto di «precisi protocolli e procedure, tra cui il monitoraggio garantito dall'Agenzia provinciale per la protezione dell'ambiente che esegue controlli sulla qualità delle acque sia del fiume Adige che del lago di Garda».

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