Alto Garda / Le opere

Pala e teatro a Riva, il tempo sta scadendo. Villotti (Patrimonio spa): «La Miralago al Comune? Ha un costo»

A più di un anno dalla discesa di Spinelli in consiglio e dalla bozza di protocollo d’intesa tra Comune e Provincia, le bocce sono ferme. Si cerca la quadra sui soldi in ballo. Presidente della società provinciale: «C’è un contratto da rispettare, stiamo arrivando a un punto di non ritorno»

IL CASO Nido alla ex Miralago: genitori arrabbiati, tra il fango e il buio 
IL PIANO Per Polo congressuale e teatro servono almeno 4 milioni in più
IL PROGETTO La fascialago di Nunes convince le categorie economiche 

di Paolo Liserre

RIVA DEL GARDA. Poco meno di 400 giorni, un anno abbondante. Durante il quale agli annunci è seguito solo un silenzio assordante, talvolta imbarazzato, e se ne capisce anche il perché. La partita a quattro (Provincia, Comune di Riva, Patrimonio del Trentino spa e Lido di Riva srl) sulla permuta che mette in gioco decine e decine di milioni di euro in beni immobili e progetti che riguardano Palazzo dei Congressi, teatro, Palafiere e compendio Miralago, non va avanti e le lancette scorrono inesorabilmente.

Anzi, «il tempo sta scadendo perché - per usare le parole del direttore generale di Patrimonio Michele Maistri - se questa intesa magicamente venisse trovata a giugno, avremmo già abbondantemente superato il punto di non ritorno rispetto al progetto originario. E in mancanza di accordi certi e sottoscritti noi siamo tenuti a rispettare quanto previsto in origine». Traduzione: per fare un esempio concreto, il teatro con torre scenica che l'amministrazione Santi da sempre vuole "tagliare" e ridurre ad un auditorium, dovrebbe essere realizzato così come previsto a suo tempo e soprattutto come contemplato nel bando di gara vinto dall'Ati di imprese guidata dalla «Collini Costruzioni».

Tant'è vero - come ci mostra l'ingegner Bruno Moratelli, professionista di Patrimonio del Trentino e direttore del cantiere - che il ferro necessario per avviare i lavori della famosa torre scenica è già arrivato e giace, per ora inutilizzato, nell'area di cantiere. Ma c'è di più ed è anche a breve termine. Il parcheggio da 236 stalli auto (118 a raso, altrettanti interrati compreso l'inserimento di altri 40 posti nella parte est) sorto sull'area degli ex campi da tennis è in fase di conclusione e teoricamente potrebbe essere aperto nell'arco di un mesetto, alla vigilia di Pasqua. Teoricamente però perché - lo dice chiaramente il presidente di Patrimonio del Trentino Andrea Villotti - «c'è un aspetto giuridico essenziale di cui dobbiamo tenere conto».

«La situazione è molto diversa dalla concessione a tempo che abbiamo fatto a favore di Fierecongressi per il nuovo parcheggio alla Baltera - afferma il presidente della società controllata al 100% dalla Provincia - Dal punto di vista giuridico, appunto. In questo caso (quello del parcheggio all'ex tennis, ndr.) fino a che non è completato l'intero cantiere, e quindi anche teatro e Palazzo dei Congressi, non è che possiamo scorporare dei pezzi e farli partire. Serve una modifica del contratto in essere. Diversamente non ne abbiamo la possibilità giuridica».

Questo è un aspetto, non secondario, ma un capitolo di una storia più complessa. Nell'ambito della quale la quadra economica sui beni in gioco (beni presenti e beni futuri, costi e valori a bilancio) non è ancora stata trovata. E per questo dopo gli squilli di tromba di più di un anno fa e la garanzie pre-elezioni di ottobre, oggi la partita è in una fase di stallo. Tra incremento dei costi (circa 7 milioni di euro), riserve presentate dalla «Collini Costruzioni» come azienda capofila dell'Ati (ballano diversi milioni) e richieste di modifiche presentate dall'amministrazione Santi (oltre 4 milioni di euro), ci sono da mettere in conto almeno un paio di decine di milioni.

E su che parte della bilancia andranno a finire? Quella di Trento (Provincia e quindi Patrimonio) o quella di Riva (Comune e quindi Lido di Riva, tra l'altro partecipata al 46% da Trentino Sviluppo). Proprio qui sta il "sassolino" che ha bloccato gli ingranaggi dell'accordo. «Pacta sunt servanda - osserva ancora il presidente Villotti - Noi siamo vincolati da un contratto con l'azienda, l'eventuale modifica del contratto in essere può esserci data solo dal nostro azionista ma questo al momento non è avvenuto».

E non è finita. In base agli annunci fatti un anno fa (anche in consiglio comunale), la rinuncia al teatro e quella al palazzetto dello sport sarebbero state compensate con l'acquisizione al patrimonio di Lido e quindi della città del compendio Miralago. Ma.... «La Miralago si aggiunge ai costi del Comune - precisa il presidente Villotti - Non è che si detrae. È una cosa che devono pagare aggiungendo soldi o rinunciando ad altri beni. Noi non siamo un'azienda privata, gestiamo soldi pubblici e i conti alla fine devono tornare».

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