Viabilità / Arco

Dissuasori stradali, Andreasi «C'è l'ordinanza». Le minoranze: «Se abusivi, chi risponde in caso di incidenti?»

L'assessore: «I pinch point sono coperti da un'ordinanza che istituisce la regolamentazione a senso unico alternato in via temporanea fino al loro completamento (mancano ancora di alcune componenti di illuminazione) e che quindi legittimano la segnaletica attuale»

IL DIBATTITO Dissuasori stradali, chieste le dimissioni di Andreasi 
LA PROTESTA Dissuasori stradali, ad Arco si pensa al referendum
IL CASO Inarrestabili le proteste sui pinch point: il primo incidente 
LA POLEMICA Guerra ai nuovi pinch point con una raccolta di firme 

di Roberto Vivaldelli

ARCO. Ancora polemiche sui «pinch point», i dissuasori installati nelle scorse settimane dall’amministrazione comunale in via Capitelli e nel romarzollese.

Dopo la segnalazione da parte dei consiglieri comunali di minoranza Stefano Bresciani e Oscar Pallaoro dell’assenza di autorizzazioni da parte del Servizio strade della Provincia Autonoma di Trento, l’ex vicesindaco del Patt ha depositato un’ulteriore interrogazione sul tema. «Dopo aver appreso, seppur ancora in via informale, che la realizzazione dei nuovi pinch point collocati recentemente su alcune strade comunali e provinciali sono di fatto abusivi in quanto mancano dei requisiti e pareri necessari per la loro legittimazione, mi pongo una serie di interrogativi relativamente alla responsabilità civile e penale rispetto alla pericolosità creata, alla conseguenza di eventuali incidenti e relativamente alla spesa pubblica sostenuta» afferma Bresciani in un’interrogazione protocollata mercoledì 14 febbraio.

«Sto ancora attendendo la documentazione da me richiesta con formale nota per accesso agli atti pubblici in qualità di consigliere comunale che per regolamento dovrebbe essere corrisposta entro due giorni». Bresciani interroga dunque la giunta comunale per sapere «se effettivamente manca l’autorizzazione del Servizio strade della Provincia e se mancano i provvedimenti amministrativi indispensabili per la loro legittimazione».

Se tale documentazione è assente, «se è stata nel frattempo richiesta e quando. Chiedo altresì se esiste il parere della società Trentino Trasporti che viene richiesto quando su strade interessate dal servizio pubblico urbano ed extra urbano vengono fatte modifiche» e il parere del «competente ufficio della Polizia Locale Alto Garda e Ledro. Chiedo infine se siano ad oggi stati fatti nuovi provvedimenti per l’eventuale regolarizzazione di quanto già realizzato e a chi sia attribuita l’eventuale responsabilità per danni arrecati a terzi e conseguente colpa grave per lesioni in seguito ad incidente».

L’assessore Gabriele Andreasi, che ha respinto la richiesta di dimissioni, spiega di avere fissato giovedì 15 febbraio un incontro con gli uffici per fare il punto della situazione. Sulla mancata autorizzazione da parte della Provincia, l’assessore afferma che i pinch point «sono coperti da ordinanza che istituisce la regolamentazione a senso unico alternato in via temporanea fino al loro completamento (mancano ancora di alcune componenti di illuminazione) e che quindi legittimano la segnaletica attuale».

Se manca richiesta di assenso alla Pat, sottolinea Andreasi, «in ogni caso riguarda solo alcuni, perché non tutti sono su via Capitelli. Inoltre - e di questo sono certo - so che è stata inviata richiesta di presa in gestione della strada a tutti gli effetti da parte del comune e snellire così la gestione ordinaria della viabilità urbana (dato che non ha più molto senso che rimanga in gestione della Pat). Proprio per fare meno burocrazia ogni volta per ogni cosa. Visto che anche i consiglieri fanno riferimento alla burocrazia, dovrebbero essere d’accordo su questo».

In difesa di Andreasi interviene anche il capogruppo del Pd, Stefano Mazzoldi: «Le dimissioni chieste dalle opposizioni non hanno minimamente senso, se non una classica modalità per attaccare la maggioranza. Il pinch point è un tema molto delicato, sul quale ci si può confrontare e discuterne. Detto questo, chiedere le dimissioni ad un assessore che lavora con impegno e serietà per aver creduto nei suoi valori e per aver provato a lanciare una nuova prospettiva lo troviamo fuori luogo» sottolinea il consigliere dem. 

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