Alto Garda / Il lutto

Addio ad Albino Bombardelli, pianista della «Dolce Riva»: faceva dell’umanità un’arte

Cresciuto a Chiarano di Arco, aveva 83 anni. Per decenni è stato d’esempio ai pianisti da bar del territorio. Dalla musica alla pittura: i suoi quadri sono sempre stati un’esplosione di colori, nelle opere prediligeva il realismo

SCATTI Franco Biatel, fotografo protagonista dell'Alto Garda 
DOLCE VITA I personaggi rivani raccontati da Colombo e dai fotografi 

di Vittorio Colombo

ALTO GARDA. Albino aveva un dono. Uno stato di grazia che lo rendeva unico. Albino Bombardelli, classe 1941 ha lasciato questo nostro mondo ieri l'altro. Era un artista a tutto campo: quando usava i colori sulla tela, dipingeva, dava forma pittorica, alla musica. E quando suonava il piano, si levava in aria una sinfonia fatta di note colorate.

Aveva l'anima del predestinato a vivere una dimensione artistica tutta sua. Come succede a volte per le anime troppo sensibili, si portava addosso quel senso di malinconia che è proprio di chi prova emozioni intense e profonde. Chi lo frequentava sentiva in lui un'umanità che era gioia e tristezza insieme, un' alternanza di slanci di entusiasmo e percorsi di sofferenza. I suoi quadri sono una esplosione di colori. Si rincorrono gli azzurri e i rossi, tonalità spesse e dirompenti. I soggetti sono bambini, poveri e diseredati e zingari, personaggi tutti còlti con realismo e umanità. Straordinaria è la serie dei musicisti neri che suonano il sax o la tromba e i ballerini rapiti in vortici di tonalità accese.

Un altro soggetto prediletto è stato quello degli scorci di una Riva vivace, con le vele variopinte delle barche che corrono sulle acque. Si schermiva quando gli dicevano che assomigliava a Gino Paoli, gli stessi baffetti malinconici, le movenze felpate, le parole misurate, il ritmo lento da gattone, come quello che tiene, accanto al viso, in un suo autoritratto. Quel suo dono, fatto di un tesoro di pittura musica e poesia, ha segnato la sua vita. Lo aveva già da bambino. Era cresciuto a Chiarano, irrequieto e un po' scapestrato tanto da far ammattire i suoi insegnati del Conservatorio. Perché Albino, nei diversi periodi della sua vita, è sempre stato un anarchico, insofferente delle convenzioni e di ogni compromesso.

Ha vinto numerosi premi e la sua prima personale, unanimemente lodata, risale al 1952. In una delle ultime mostre: nel 2010 ha proposto tele stupende alla galleria Craffonara di Riva. In mezzo anni intensi, ricchi di mostre e di riconoscimenti. E, in un unico universo esistenziale senza confini, quell'amore per la musica che lo portò a far parte dei complessi, più importanti, dei magici anni Sessanta e Settanta. Tocco ispirato del pianoforte e voce vellutata, accompagnava le serate languide della Riva che viveva la sua stagione più felice. Hotel Lido, Bastione, Spiaggia, all'Hotel Sole, Bellavista, Capolinea, Canazei, Gardone: un elenco infinito di serate, facendo l'alba con la voce vellutata e le note che davano languore, commozione e quel senso delle cose belle che lentamente passano e che fanno ripensare al trascorrere delle stagioni.

Negli anni Novanta diede il suo apporto all'esperienza dell'orchestra degli "Amici di Fred Buscaglione" con Antonio Carosini e gli Amici del jazz roveretano. Non è sempre stata facile la sua vita; sentiva con gratitudine l'affetto degli amici ma anche l'irrequietezza che lo rendeva insofferente di ogni convenzione. Ne era consapevole ed era contento così.

«Credo - ebbe a dire - che la pittura, come la musica e la poesia, siano espressioni di uno stato d'animo e di una ispirazione che colgono momenti di universale valore. Per questo mentre dipingo, a volte suono, il pianoforte o leggo una lirica». Albino ha vissuto una sorta di paese parallelo nel quale, come era solito dire, «i miei tanti anni vissuti e suonati sono stati quelli giusti e tutto rifarei, vita, musica e pittura fanno tutti insieme, in un calderone di suoni, gioie e sofferenze. Il mio vissuto è stato questo».

E sorridendo, da gatto sornione, a chi gli chiedeva del suo rapporto con la musica era solito rispondere: Sono stato e sarò sempre un pianista di piano bar».

comments powered by Disqus