Chiesa / Il caso

Santuario Madonna delle Grazie di Arco, una raccolta firme per far restare i Francescani

I fedeli, di fronte al possibile allontanamento dei frati: «Non è un semplice luogo di culto ma il faro che illumina la vita di tutti, rifugio nei momenti difficili. Chiediamo a chi di competenza di riconsiderare la decisione. Nell’attesa, stiamo raccogliendo firme online e cartacee»

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di Elena Piva

CEOLE. Ha creato sconcerto e diffuso malumore in tutto il Trentino la notizia del plausibile trasferimento dei Frati Francescani dal «Santuario della Madonna delle Grazie» di Arco ad altre sedi.

Dopo 543 anni di vita trascorsa al Convento donandovi meticolosità, attenzione e dedita fede, i frati minori dell'Ordine di San Francesco dovranno lasciare Ceole - si ipotizza da settembre - in favore del subentro dei Padri della congregazione dei Figli dell'Immacolata Concezione, fondata da Padre Luigi Monti: i sei frati oggi presenti verranno sostituiti da tre religiosi (Padri Concezionisti) del vicino «Padre Monti», solitamente impegnati nell'assistenza spirituale all'ospedale e alla Casa di Cura Eremo.

Finanziato nel 1478 dal conte Francesco d'Arco, donatore di un fondo di sua proprietà situato tra Riva del Garda e Arco, il complesso conventuale delle Grazie accolse da subito, grazie ai due figli del conte stesso, l'insediamento dei primi Francescani, ai quali venne garantito il sostentamento mediante l'acquisto dell'ettaro di campagna circostante. Nel 1483 ottennero anche l'approvazione ufficiale da parte di Papa Sisto IV. Nelle fondamenta del Santuario, in quella terra lavorata durante i secoli con impegno e fatica, nei cimeli testimoni dell'evangelizzazione francescana nel mondo, è custodita la storia sociale e spirituale dell'Alto Garda. Non solo, basti ricordare che l'imperatore Massimiliano del Sacro Romano Impero firmò la tregua del 1508 al conflitto in corso con la Repubblica di Venezia.

Per questo un gruppo di fedeli ha deciso di lanciare una raccolta firme online sulla piattaforma Change.org («Fermiamo l'allontanamento dei Frati Francescani dal Santuario della Madonna delle Grazie», 900 firme nella mattinata del 22 gennaio). «Questa prospettiva ci ha profondamente sconvolti, siamo preoccupati - ha spiegato il neonato comitato - per la popolazione locale non è un semplice luogo di culto ma il faro che illumina la vita di tutti, rifugio nei momenti difficili dove rivolgere una supplica alla Madre del Cielo. Alle celebrazioni liturgiche della domenica sono numerose le persone che provengono da località più lontane: turisti di passaggio, pellegrini che scelgono Arco per anniversari o ricordare i cari defunti».

«Anche chi non frequenta la Chiesa raggiunge il Santuario trovando nell'accoglienza dei frati un posto dove aprire il cuore. Se questo venisse a mancare, in un tempo gravato dal secolarismo e dalla carenza di vocazioni, sarebbe un dramma: è grazie alla semplicità dei frati se il Santuario è così legato alla gente. Inoltre il sostegno economico al Convento non è mai venuto meno».

Tra chi si è prodigato nel tempo è impossibile dimenticare Giuseppina Bozzoni (nota a tutti come «la signorina Bozzoni del Varone»), terziaria francescana nel cui ricordo è stato aperto il piccolo museo missionario che espone anfore, vasellame, monete, materiale folcloristico e di antiquariato proveniente dai luoghi di missione dei francescani trentini: Cina, Bolivia, Perù e Africa Sub-Sahariana. Non a caso nel 2020, nell'ambito dei bandi promossi dalla Fondazione Caritro, è stato approvato il progetto «La Cina in Trentino» del Centro Studi Martino Martini, atto a valorizzare la memoria culturale e sociale mediante la catalogazione scientifica e fotografica della sezione cinese del Santuario arcense (è stato presentato nell'aprile 2023).

In un breve documentario introduttivo prende parola anche padre Domenico Piacentini, che sottolinea: «Questo complesso conventuale attesta la più antica presenza dei frati minori in Trentino. Vuoi la devozione alla Vergine, vuoi il ruolo di noviziato che assunse negli anni, vuoi il profondo senso d'unione con il territorio, il Convento unisce fede e popolazione. I nostri fratelli andarono ad enunziare il Vangelo, ricavando cimeli dai loro viaggi apostolici». Nel 1970 il grande lascito di Giuseppina Bozzoni (sua, la Cappella di Varone) permise non solo di ristrutturare l'edificio religioso ma anche di recuperare tutti i materiali dei Francescani, prima custoditi nel Convento di San Rocco a Rovereto, conservandone dunque il frutto missionario nella casa trentina dell'Ordine per eccellenza.

«Un luogo meraviglioso reso tale dal costante servizio dei Francescani - hanno aggiunto i fedeli - sono parte integrante del tessuto sociale di Arco, privarla della loro presenza avrebbe un impatto negativo sulla comunità. L'età media dei frati consentirebbe di proseguire questo prezioso servizio. Affidandoci alla Madonna delle Grazie, chiediamo a chi di competenza un incontro chiarificatore e di riconsiderare la decisione. Nell'attesa, stiamo raccogliendo anche firme cartacee (oltre a quelle online, ndr) dopo la messa delle 17 e al termine delle celebrazioni, il sabato e la domenica. Il loro allontanamento ci fa sentire come un gregge smarrito. È l'affetto per i Francescani che ci indica la via: con la fede, alimenta l'anima che li contraddistingue».

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