Beni culturali / L’inaugurazione

Lo splendore del Conventino dell’Inviolata torna a illuminare Riva del Garda

Grande partecipazione ieri, venerdì 14 luglio, alla prima riapertura ufficiale. Il cantiere dedito al restauro è durato sei anni. La sindaca della città, Cristina Santi: «Si tratta di un prezioso luogo di memoria, ma anche di un rinnovato spazio di socialità e incontro»

LE FOTO Venerdì 14 luglio inaugurato il Conventino di Riva del Garda

di Paola Malcotti

RIVA DEL GARDA. L'epoca di utilizzo religioso era terminata ancora nel 1964 con l'abbandono da parte delle suore "Figlie del Sacro Cuore di Gesù", che per un'ottantina di anni avevano provveduto all'istruzione pubblica femminile per conto del Comune di Riva. Poi, a causa del terremoto del 1976 l'immobile, già danneggiato dagli eventi bellici, era divenuto inagibile. Ora, dopo mezzo secolo di chiusura ed importanti interventi di restauro, il Convento dell'Inviolata è tornato alla città.

A decretarne la riapertura, un'inaugurazione ufficiale molto partecipata, che ieri, venerdì 14 luglio, ha accolto negli spazi del seicentesco chiostro numerose personalità in rappresentanza delle istituzioni civili, religiose, culturali, militari, locali e non, del mondo dell'istruzione e dell'economia altogardesana, «quale doveroso ed importante momento di restituzione di un sito significativo della città e per la città stessa, prezioso luogo di memoria per molti rivani ma anche rinnovato spazio di socialità e incontro» - come ha spiegato il sindaco Cristina Santi facendo gli onori di casa.

Il restauro, iniziato nel 2017 in un'ottica non solo di tutela del patrimonio architettonico e artistico ma anche di destinazione nuova dell'immobile, curato dalla Soprintendenza per i beni culturali, dal Servizio opere civili e da un'equipe allargata di tecnici, ha interessato innanzitutto il consolidamento statico dell'intera struttura, il rifacimento del tetto ed il recupero di molte opere murarie, lignee, pittoriche.

La bellezza del Conventino seicentesco restituita alla città di Riva

Ieri, venerdì 14 luglio, è stato aperto al pubblico il Conventino dell'Inviolata rivana. Il restauro, iniziato nel 2017 in un'ottica non solo di tutela del patrimonio architettonico e artistico ma anche di destinazione nuova dell'immobile, curato dalla Soprintendenza per i beni culturali, dal Servizio opere civili e da un'equipe allargata di tecnici, ha interessato innanzitutto il consolidamento statico dell'intera struttura, il rifacimento del tetto ed il recupero di molte opere murarie, lignee, pittoriche.

Durante l'intervento, costato poco più di 3 milioni di euro, non sono mancate le sorprese: nel corso dei lavori di ricostruzione del sistema di volte dell'antico dormitorio, al primo piano, sono emersi i soffitti lignei originari delle celle, di cui uno decorato; quindi un soffitto dipinto rinvenuto nella grande sala del capitolo durante la delicata opera conservativa delle superfici decorate, grazie alla quale il già pregiato corredo del convento - occultato da una tinteggiatura ottocentesca - è tornato ad essere protagonista del chiostro e del deambulatorio; e di una lettera lasciata nel sottotetto dai frati cui era affidata la cura del santuario, gli Eremiti di San Girolamo, rara testimonianza della vita monastica del tempo.

«Un cantiere complesso e allo stesso tempo interessante - ha aggiunto Franco Marzatico, dirigente della Soprintendenza - seguito con passione e impegno da numerosi professionisti che si sono adoperati affinché un luogo spirituale, carismatico ed emblematico del culto mariano potesse tornare ad una funzione pubblica, forte anche del legame che da sempre lo unisce alla città, alla sua storia, alla sua cultura, alla sua arte».

Eretto fuori le mura di Riva nei primi del Seicento, laddove accaddero alcuni prodigi assegnati all'intercessione miracolosa della Vergine Maria col Bambino, l'impianto architettonico dell'Inviolata, convento compreso, si caratterizza per la sobrietà degli esterni in contrasto con lo sfarzo dei decori interni. Fiore all'occhiello, il chiostro quadrangolare sul quale si affacciavano i locali dedicati alle funzioni conventuali prima, ed educative poi, impreziosito da ben diciannove lunette affrescate con episodi della vita di San Girolamo.

Alla sua costruzione, portata a termine grazie al mecenatismo della famiglia Madruzzo, e in particolare da Giannangelo Gaudenzio, capitano della Rocca di Riva, contribuirono le elargizioni della comunità e dei pellegrini: da qui il forte legame che unisce l'Inviolata alla sua gente. «Dal punto di vista turistico - ha concluso l'assessore provinciale Mirko Bisesti - la città di Riva ora non offrirà più solo sport ed eventi: il convento è un gioiello architettonico, un luogo di bellezza che intendiamo valorizzare al massimo allo scopo di renderlo perno dell'intera proposta culturale del territorio, accessibile e vivo».

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