Arco / Il progetto

I soldi sono finiti, addio al teleriscaldamento esteso

L'opera torna in archivio, a meno che non arrivino nuovi finanziamenti. La rete prevista per il potenziamento del sistema costa 28 milioni di euro, venti dei quali sarebbero dovuti arrivare dai fondi del Pnrr

PROVINCIA Teleriscaldamento, “aperti” ai privati gli impianti comunali per autoconsumo

di Paolo Liserre

ARCO. Ci avevano sperato in tanti, giunta Betta compresa. E tutti sono rimasti delusi.

Il progetto «teleriscaldamento» ad Arco non si farà, almeno per il momento, a meno che Roma non riapra i cordoni della borsa o non si trovi un altra forma di finanziamento.

«In quel caso noi ci saremo» conferma l’assessore all’urbanistica Nicola Cattoi che ha sempre seguito la partita da vicino. Tutto fermo, tutto bloccato.

All’inizio di ottobre dell’anno scorso, previo coinvolgimento dei soci pubblici, Alto Garda Servizi spa aveva deciso di partecipare ai bandi nazionali sui fondi Pnrr e presentato un progetto di estensione della rete di teleriscaldamento che mirava a completare la copertura su Riva, S. Alessandro e ovviamente a raggiungere Arco, in primis lungo la direttrice di via Capitelli dove gravitano ospedale, istituti scolastici, Fondazione Comunità di Arco e altre strutture particolarmente energivore.

Un progetto da 28 milioni di euro complessivi, 20 dei quali sarebbero dovuti arrivare proprio dai fondi destinati alla rinascita post-Covid. Nella graduatoria pubblicate dal Mase (il ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica) il progetto risulta ammesso ma non finanziabile perché i fondi a disposizione sono stati dirottati su altre proposte provenienti dal resto d’Italia. Morale, i soldi non sono abbastanza e la proposta Ags (che aveva presentato un altro progetto legato sempre al teleriscaldamento della sua società Bel Coredo spa) può solo sperare che il governo Meloni rifinanzi questi investimenti, ipotesi almeno poco probabile. Per capire la portata di un’operazione che in caso positivo si sarebbe dovuta concludere entro il 31 marzo 2026, basta analizzare alcuni numeri.

La rete attuale di teleriscaldamento a doppia tubazione realizzata e gestita da Ags a fine 2022 è di 26,3 chilometri; se il progetto fosse andato in porto l’incremento sarebbe stato del 77% arrivando a 46,5 chilometri. I clienti allacciati sarebbero passati dagli attuali 301 a 431; la volumetria riscaldata da 2,3 milioni a tre milioni di tonnellate di metri cubi; l’energia distribuita da 54.000 megawatt/ora all’anno a 72.500; e in termini di tutela dell’ambiente e dell’aria che respiriamo, la volumetria dell’anidride carbonica risparmiata sarebbe passate dalle attuali 7.000 tonnellate a 9.400 tonnellate all’anno, con un incremento virtuoso del 34%.

«È un peccato che il progetto non sia andato in porto - commenta l’assessore Nicola Cattoi - Un peccato e un dispiacere nell’ottica di quell’economia circolare che intendiamo perseguire. Ora la cosa non dipende più da noi, purtroppo. Se comunque Ags (56% in mano a Riva, Arco c’è con il 6,1%) dovesse perseguire comunque questa strada o trovare altre forze di finanziamento noi ci siamo e ci saremo». Eventualità che però dal quartier generale della società in via Ardaro al momento escludono.

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