La denuncia / Il caso

La lettera di Betty al ladro di ceri: “Non ti conosco, ma voglio dirti che mi hai fatto piangere”

La lettera resa pubblica dalla sindaca di Riva del Garda. Da quattro anni, a Natale, dalla tomba del padre di una donna della zona sparisce una grossa candela

RIVA DEL GARDA. Il Servizio cimiteriale del Comune di Riva del Garda ha ricevuto una lettera, che la sindaca Cristina Santi, sentita la mittente e ottenuto il consenso, propone alla cittadinanza.

«Questa lettera, intensa ed emozionante - dice la sindaca - tratta di un episodio davvero odioso ma purtroppo non infrequente perché chi vuole fare del male spesso ce l'ha facile: per quanti siano i controlli, si riesce sempre a distruggere, a danneggiare, a mancare di rispetto, a far soffrire qualcuno.

Basta un attimo, basta guardarsi attorno e agire. Abbiamo chiesto all'autrice di questo messaggio se aveva piacere che lo rendessimo pubblico e lei ha acconsentito. Spero che il destinatario lo legga e rifletta, e con lui chi si rende responsabile di azioni così orribili. A Betty, naturalmente, un forte abbraccio e l'espressione della mia più sentita e sincera vicinanza».

La lettera

«Tu, dico a te, tu che se mi leggi riconosci da subito che sto parlando con te, mentre io non ti conosco e non mi importa affatto sapere chi sei. Se ne venissi a conoscenza ci resterei male se tu avessi un viso a me familiare, oppure non conoscendoti, non mi cambierebbe la vita.Se ti dico che mi chiamo Betty capisci immediatamente chi sono.

Perché, per il terzo Natale consecutivo, hai preso quel bel e grosso cero rosso dal ceppo sulla tomba del mio papà. Salvo che questo Natale ci avevo scritto col pennarello nero sulla circonferenza e sotto, in caratteri cubitali, il mio nome, ripetuto ben tre volte. Ma in questo Natale ti sei superato/a... Era troppo riconoscibile, conciato così...Che te ne facevi di un cero tutto scritto? Siccome credo che ciò ti abbia fatto/a tanto arrabbiare quando l'hai notato, che hai fatto? Hai preso i rami del quadrifoglio posti nel vaso e li hai scaraventati tutt'intorno».

Tutto è iniziato tre anni fa, ricorda la signora Betty: «Da un po' di anni a questa parte a Natale, sulla tomba del mio papà, io e mia sorella abbiamo l'usanza di mettere, come decorazione, un grande piatto di plastica colorata, sopra una corona di pino o un cuore di sterpaglie intrecciate e nel mezzo un grosso cero rosso che evidentemente ti piace proprio tanto. E questo cero è stato tolto da te per ben tre Natali.

Non vale che tre caffè ma non è il valore economico che mi interessa: mi fa tanto male il gesto e ti confesso, e non mi vergogno di dirtelo, che quando l'altro giorno mi sono accorta del fatto ho pianto. Ho sentito che è venuto a mancare quello che si chiama rispetto, che in questo luogo, come in pochi altri posti , dovrebbe essere sacro».

Conclude la lunga lettera con una proposta: «Per il prossimo Natale troverai sulla tomba lo stesso piatto, lo stesso cuore di ramaglie e questa volta due ceri: uno nel centro, come sempre, dorato questa volta, penso (mi piace cambiare, di tanto in tanto), e uno fuori, rosso.Prendi quello che vuoi, ma uno lasciamelo, ti chiedo per favore. Betty».

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