Covid / Il caso

Presidio no vax presso Villa Regina dopo le accuse tutte smentite da Apss arrivate durante il programma “Fuori dal Coro”

La posizione dell'azienda sanitaria: “Smentiamo categoricamente che direzioni mediche, primari o coordinatori dei singoli reparti abbiano dato indicazioni di negare l'assistenza o i trattamenti chirurgici a persone non vaccinate”

ARCO. Presidio no vax e no green pass nel primo pomeriggio di oggi presso la Casa di cura Villa Regina. “La sanità deve includere tutti” lo slogan più gettonato. La manifestazione è arrivata poco dopo un servizio televisivo andato in onda su Rete 4 nel corso del programma "Fuori da coro" nella quale sono stati portati alla ribalta casi eclatanti presso le nostre rinomate case di cura San Pancrazio, Eremo e Regina nei confronti di trentini non vaccinati.

«Vi sembra ammissibile che una persona che si rompe una gamba in Trentino non venga curata se è no vax?». Così Mario Giordano, con un tono di voce quasi urlato e scandalizzato, guardando fissa la telecamera del suo programma "Fuori dal Coro". Era appena terminato un servizio, in parte girato nella nostra provincia. E il messaggio che un telespettatore percepiva era proprio quello: la nostra sanità non accetta i non vaccinati. Chiariamolo subito, non è vero.

«Vista l'impostazione del servizio posso dire che si tratta di fake news», commenta Alessandro Giustini, direttore del San Pancrazio di Arco. «Noi abbiamo pazienti non vaccinati in tutti i reparti», aggiunge Sergio Fontana, direttore dell'Eremo. E Paolo Lanzafame, direttore sanitario di Villa Regina, non è da meno: «Noi non abbiamo problemi nel ricoverare pazienti non vaccinati o che non hanno completato il ciclo vaccinale». Infine, ma non certo meno importante, l'Azienda sanitaria: «Smentiamo categoricamente che direzioni mediche, primari o coordinatori dei singoli reparti abbiano dato indicazioni di negare l’assistenza o i trattamenti chirurgici a persone non vaccinate».

No vax in piazza ad Arco davanti alla casa di cura Villa Regina

Presidio no vax, oggi pomeriggio, ad Arco, nei pressi della casa di cura Villa Regina.

Purtroppo in seguito al servizio televisivo ieri sono arrivate minacce, telematiche e “di persona”, al personale sanitario dei reparti e delle strutture citate. «Offese e minacce inaccettabili - dice l’Azienda sanitaria - sono arrivate agli infermieri e ai medici dei due reparti citati». In una di queste i sanitari vengono definiti “Bestie di Satana” e, all’urlo di “vergogna”, vengono invitati a operare e guarire tutti i cittadini. E all’Eremo, svela Sergio Fontana, «oggi una nostra operatrice in accettazione è stata aggredita verbalmente da un no vax che verrà operato ad aprile: si è presentato con arroganza dicendo che aveva visto il servizio in televisione e ci ha minacciati se il suo intervento fosse stato rinviato».

Ora un passo indietro, per spiegare meglio i contenuti del servizio. Viene intervistato un uomo veneto di 66 anni, visitato a metà dicembre dal primario degli ospedali di Cles e Tione Luigi Umberto Romano, che programma un intervento di protesi all'anca per metà febbraio. L'uomo chiama negli ospedali di Cles e Tione per chiedere se verrà operato anche se non è vaccinato. Viene risposto che il problema è legato ai centri di riabilitazione dove il paziente dovrà recarsi dopo l'intervento. Non viene detto esplicitamente che questa persona non verrà operata e poi riabilitata perché non è vaccinata. Ma il messaggio che emerge è proprio quello. Già detto che si tratta di una messaggio non vero, le spiegazioni.

Sergio Fontana dell'Eremo: «Noi abbiamo posti letto limitati in questo momento per via della ristrutturazione e cerchiamo di cautelare tutti i pazienti per ridurre i rischi di contagi. Detto questo abbiamo pazienti sia vaccinati sia non vaccinati. Fermo restando che questi ultimi sono una piccolissima percentuale nella popolazione totale, e quindi sono meno anche da noi. C’è un ragionamento da fare: rispetto agli ospedali per acuti, dove i pazienti stazionano in stanza e nel proprio letto tutto il giorno, nelle strutture riabilitative si va in palestra e in piscina, ci sono i colloqui e le visite, insomma si è a contatto con molte persone ed è più probabile che un pazienti si positivizzi in struttura. Ma se è vaccinato non ci sono problemi: viene isolato e resta asintomatico. Un non vaccinato rischia molto di più e se peggiora l’Azienda sanitaria spesso non ha posti per prenderlo. Sottolineo un altro aspetto: sono basito dalla giustificazione data da Romano, ovvero che salterebbero operazioni perché noi non abbiamo posti. Ho controllato: da Cles e da Tione in tutto il 2021 abbiamo avuto 1 solo accesso».

Paolo Lanzafame di Villa Regina spiega che «nel servizio la nostra operatrice ha risposto in modo corretto, forse è stata male interpretata. Per protocolli di sicurezza ricoveriamo i pazienti non vaccinati per alcuni giorni in un'area filtro che serve per essere sicuri che non siano stati contagiati e quindi per non metterli subito a contatto con gli altri pazienti. Dopo alcuni giorni fanno un tampone, se negativo passano nell'area pulita insieme agli altri pazienti. Nel frattempo eseguono tutte le terapie riabilitative anche se non nelle aree comuni, ma nelle stanze a loro dedicate. Sono sei posti letto in quell'area, su un totale di dieci posti di riabilitazione».

«Le strutture trentine garantiscono le cure a tutti. Lo dice un non trentino: la qualità qui è alta e non ci sono discriminazioni», spiega Alessandro Giustini. «Chiaramente tutto è legato al numero di posti letto e stiamo facendo i salti mortali per garantire l’assistenza del personale. Noi rispettiamo tutte le normative e i protocolli».

Tornando all’Azienda sanitaria, in una nota inviata anche e soprattutto a “Fuori dal coro”, si spiega che «nell’ultimo mese nelle unità operative di ortopedia di Cles e di Tione sono stati operati molti pazienti indipendentemente dallo stato vaccinale, sia in programmato sia in urgenza. Non risultano inoltre indicazioni di discriminazione di pazienti non vaccinati nelle strutture private accreditate citate. Ci riserviamo di tutelare la nostra immagine nelle sedi opportune».

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