Riabilitazione da Covid: ad Arco per ritrovare la capacità di respirare

di Davide Pivetti

La centenaria clinica riabilitativa «San Pancrazio» - da alcuni anni è gestita dal gruppo «Kos care-Santo Stefano Riabilitazione» non è stata risparmiata dal coronavirus, ma ora finalmente inizia a vedere un po’ di luce.
«A causa dell’emergenza Covid-19 siamo stati costretti ad interrompere i ricoveri per alcune settimane - racconta Matteo Casarotto medico fisiatra, esperto in ossigeno-ozonoterapia e responsabile dal 2012 del reparto di riabilitazione motoria e neuromotoria - ma ora che la situazione è migliorata ed è sotto controllo abbiamo deciso di riaprire le porte e riprendere con i ricoveri, anche per evitare una catastrofe economica senza precedenti.
Per i ricoveri dal domicilio, invece, preferiamo attendere ancora qualche settimana».
Si tratta di persone deboli, con problematiche motorie, ortopediche, neurologiche e respiratorie, alcune delle quali severamente colpite dal coronavirus, intubate o sottoposte a ventilazione non invasiva, provenienti dai reparti per acuti di ospedali trentini e non, che si ritrovano con capacità respiratorie ridotte a causa dell’elasticità interstiziale polmonare alterata dal virus.

Soggetti che necessitano di un percorso riabilitativo intensivo di ripresa delle competenze motorie e respiratorie prima di rientrare a casa in sicurezza e in buona salute.

«Era doveroso - continua il dottor Casarotto - rispondere appena possibile alle continue richieste di trasferimento che ci arrivavano dagli ospedali, fortemente appesantiti, ma dovevamo prima mettere in sicurezza sia gli ospiti sia gli operatori. Attualmente sono rimasti all’interno del mio reparto 17 pazienti, un numero esiguo se consideriamo i 60 posti letto di cui disponiamo, gli altri sono già rientrati a casa dopo aver eseguito il tampone nasofaringeo con esito negativo».
I numeri del contagio al San Pancrazio?
«Si sono verificati ?solo? 8 casi di Covid-19 accertati (5 pazienti e 3 dipendenti), nessuno ha sviluppato disturbi critici, i quattro casi ancora attivi sono in isolamento respiratorio e da contatto nel reparto interno dedicato. Sono in buone condizioni cliniche generali stanno ultimando l’isolamento assoluto in attesa di eseguire a breve i 2 tamponi di controllo per confermare l’avvenuta guarione».

Ma come si è organizzato l’ospedale di fronte all’emergenza delle scorse settimane?

«Prima di avere casi interni sospetti o accertati, si era deciso di bloccare le visite dei famigliari, tutte le attività ambulatoriali sono state sospese, i reparti sono stati isolati proibendo lo spostamento dei pazienti tra i piani, ad ogni reparto è stato assegnato personale dedicato, i trattamenti riabilitativi sono stati organizzati direttamente in reparto in piccole palestre ricavate dalle stanze di degenza, tutto il personale è stato formato sulle modalità di comportamento e sul corretto uso dei dispositivi di sicurezza.
Anche i pazienti sono stati istruiti ad utilizzare correttamente la mascherina chirurgica e a limitare i contatti con gli altri pazienti rispettando il distanziamento. Le misure prese dalla direzione si sono rivelate efficaci».

Anche qui, come altrove, resta il problema delle distanze tra ospiti e familiari che non li vedono da un mese e mezzo.

«In questo momento di lontananza è fondamentale assicurare la serenità sia dei famigliari sia dei pazienti, che hanno la possibilità di sentirsi telefonicamente quando possibile. Noi medici informiamo i parenti delle condizioni cliniche dei loro cari ricoverati, li sentiamo telefonicamente tutti i giorni, o chiamano loro oppure chiamiamo noi».

Oltre ai tamponi ora si parla anche dei test sierologici.

«Abbiamo deciso di adottare all’interno del San Pancrazio entrambi i metodi di valutazione, li gestiamo in autonomia e questo ci consente di eseguirli immediatamente quando serve e di avere i risultati in tempi brevi. Inoltre evitiamo di appesantire ulteriormente i laboratori analisi ospedalieri. I due test verranno eseguiti a tutti i nuovi pazienti in ingresso e durante la degenza e periodicamente a tutti i dipendenti.
Permetteranno di identificare prontamente i casi positivi, anche in assenza di sintomi (febbre, tosse e difficoltà respiratorie) e di studiare e monitorare l’immunità sviluppata».
«Andrà tutto bene!» conclude fiducioso il dottor Casarotto, un mantra che ripete da giorni a tutti i suoi collaboratori (medici, fisioterapisti, infermieri, OSS, ausiliari): «Con impegno, dedizione e con un grande senso di responsabilità stanno sostenendo il San Pancrazio in questo delicato periodo e continueranno a farlo finché il virus non sarà sconfitto».

comments powered by Disqus