Ex Argentina di Arco, periti al lavoro, sentenza il 6 marzo

di Paolo Liserre

Il giorno del giudizio è stato fissato. Il prossimo 6 marzo la Corte d’Appello di Trento dirà la sua sulla vicenda ex Argentina, «rogna» giuridico-amministrativa che da un paio d’anni tiene banco sul palcoscenico politico arcense anche perché chiama in causa direttamente l’attuale vicesindaco in carica Stefano Bresciani. Venerdì a palazzo di giustizia era il giorno del conferimento dell’incarico al perito nominato dalla Corte, l’architetto Roberto Maccabruni, professionista milanese con tra l’altro un passato politico come candidato al consiglio comunale meneghino nelle file dell’Italia dei Valori dell’ex magistrato e ministro Antonio Di Pietro. L’architetto Maccabruni ha ora quattro mesi di tempo (120 giorni, ben oltre i canonici 90) per consegnare i suoi accertamenti tecnici e le sue conclusioni e rispondere quindi ai quesiti posti dal collegio giudicante (presidente Spina, consigliere relatore Sigillo, e il giudice Forlenza) che con la consulenza vuole fare chiarezza su volumetrie eccedenti, correttezza del posizionamento del cosiddetto «piano di spiccato» e passaggi tecnici dell’iter amministrativo che ha portato all’approvazione del progetto e poi alla realizzazione dei lavori del complesso residenziale targato «Cosmi».
La difesa dei fratelli Miorelli, l’avvocato Flavio Maria Bonazza difensore di fiducia di Roberto e Luca Miorelli, rispettivamente legale rappresentante di Cosmi e amministratore delegato di Cosmi Costruzioni, ha confermato in parte il collegio peritale di primo grado e nominato anche l’ingegner Alessandro Amistadi, consulente tecnico in precedenza della difesa di Stefano Bresciani. I difensori di Biancamaria Simoncelli e Tiziana Mancabelli hanno indicato come perito di parte il nome dell’architetto Remo Zulberti mentre l’avvocato Claudio Malfer, legale di fiducia di Stefano Bresciani, si è riservato di decidere nei prossimi giorni se nominare o meno un ctp: la riserva dovrà essere sciolta entro il 30 settembre. Infine la parte civile (Italia Nostra) ha confermato l’incarico all’architetto Beppo Toffolon.
Le operazioni peritali inizieranno il prossimo 10 ottobre e sono previsti anche sopralluoghi in loco per verificare di persona lo stato dei luoghi e i lavori eseguiti. Entro il 14 gennaio l’architetto Maccabruni dovrà consegnare alla corte il suo lavoro e la successiva udienza è fissata per il 6 marzo appunto allorquando si procederà all’esame della perizia e delle perizie di parte, si andrà alla discussione finale e probabilmente a sentenza. In primo grado, il 31 maggio 2017, il giudice del tribunale di Rovereto Carlo Ancona aveva deciso la condanna ad un mese di reclusione, e 22 mila euro di ammenda, dell’imprenditore rivano Roberto Miorelli, in qualità di legale rappresentante della Cosmi, proprietaria dell’immobile, del fratello Gianluca, amministratore delegato della Cosmi costruzioni, di Bianca Maria Simoncelli, dirigente dell’area tecnica del Comune di Arco, e dei tecnici che curarono il progetto, Alessio Bolgan, Bruno Ferretti e Mariano Zanon. A loro carico anche la condanna a risarcire all’associazione ambientalista «Italia Nostra» la somma di 50 mila euro di cui 30 mila in via provvisionale. Assolti invece Stefano Bresciani e Tiziana Mancabelli, assoluzione contro la quale ha fatto ricorso la Procura della Repubblica.

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