Picchiata dal compagno e costretta a tornare con lui

Secondo gli ultimissimi dati diffusi dall’Istat (l’Istituto nazionale di statistica) sono 8 milioni 816 mila (pari al 43,6%) le donne fra i 14 e i 65 anni che nel corso della vita hanno subito qualche forma di molestia sessuale e che 3 milioni 118 mila le donne (15,4%) che le hanno subite negli ultimi tre anni. C’è poi la «violenza sul posto di lavoro»: nel corso della vita 1 milione 173 mila donne (7,5%) sono state vittime di ricatti sessuali per essere assunte, mantenere il posto di lavoro oppure ottenere progressioni in carriera.


Quello della «violenza di genere», compresa e forse in primis la violenza di ogni genere sulle donne, è un tema che negli anni ha toccato sempre più anche l’Alto Garda e Ledro e soprattutto i centri più grandi come Riva e Arco se è vero come è vero, e come sottolinea l’assessora alle politiche sociali della Comunità di Valle Patrizia Angeli, che «in termini percentuali siamo sui livelli di Trento e Rovereto».

Un caso di cronaca venuto a galla in queste ore, grazie alla denuncia del consigliere comunale della Lega Nord Piergiorgio Zambotti, riguarda una donna di 40 anni, italiana, che vive con il compagno in un appartamento al Rione Degasperi.

Il 9 gennaio scorso la donna si presenta al Pronto Soccorso di Arco dicendo di essere stata picchiata dal compagno: i sanitari la medicano e la dimettono con una prognosi di 7 giorni. La donna ha paura di tornare a casa, si rivolge al Comune e parla con l’assessora Lucia Gatti che le comunica però che l’amministrazione non ha alloggi pubblici da dedicare ad emergenze sociali come questa. Viene dirottata alla Comunità di Valle dove le viene prospettata la possibilità di una sistemazione a Rovereto ma non subito. La donna non ha i mezzi finanziari per trovarsi una sistemazione e alla fine torna a casa dal convivente. Che non l’accoglie certo a braccia aperte, tanto è vero che il 19 gennaio la donna si ripresenta al Pronto Soccorso: ancora percosse, prognosi di 10 giorni. Nel denunciare questo fatto di cronaca il consigliere Zambotti sottolinea che «vanno bene i proclami e i balli per la sensibilizzazione del problema della violenza sulle donne ma è ora di passare ai fatti con la disponibilità immediata di un mini appartamento o almeno di una stanza a disposizione delle emergenze sociali che purtroppo stanno aumentando». E Zambotti chiede al sindaco Mosaner di attivarsi in tal senso.


«Il Comune non ha appartamenti propri e alloggi per emergenze sociali - ammette l’assessora Lucia Gatti - E la normativa non lo prevede per realtà al di sotto dei 25 mila abitanti. Bisognerebbe intervenire sulla normativa prima di tutto. Si tratta di un tema che abbiamo presente e rispetto al quale vogliamo fare qualcosa di concreto. Anche pensando ad alloggi dedicati per varie situazioni di disagio sociale, con un impegno di rete per raggiungere questo obiettivo».

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