Contro i rischi di ghettizzazione, un'idea per il Grez

di Paola Malcotti

Si chiama «La città INvisibile» ed è un progetto di sviluppo che attraverso il coinvolgimento di una ventina di soggetti diversi del territorio altogardesano e trentino porterà presto alla realizzazione di un «luogo comune» da adibire all’aggregazione, alla socializzazione e all’elaborazione di idee e saperi.
Ente capofila e promotore dell’iniziativa è la cooperativa «Arcobaleno», che avvalendosi dell’opportunità offerta dai «casi di studio» dell’Istituto «Floriani», ha affidato la commessa agli alunni della classe terza dell’indirizzo costruzioni-ambiente-territorio, ai quali toccherà progettare gli spazi e seguirne la realizzazione. Il terreno individuato, messo a disposizione da Itea, è quello di via Marchi (zona Grez); qui gli studenti si adopereranno per permettere la costruzione di due locali (uno da adibire alle attività da rivolgere ad adulti, ragazzi e bambini, l’altro al progetto «Abito», concernente il risparmio energetico) nei quali un’operatrice professionista faciliterà le relazioni, le connessioni e le contaminazioni sociali catalizzando le risorse - umane ed economiche - della comunità.
«L’idea è quella di creare nuove condizioni di convivenza tra cittadini, in particolare tra quelli residenti in un quartiere a rischio di “ghettizzazione” - hanno spiegato ieri mattina, in occasione della conferenza stampa di presentazione, i promotori dell’iniziativa - abbiamo notato infatti che le reti sociali della zona si stanno logorando: il progetto, che propone un partenariato pubblico-privato come modalità efficace per individuare e connettere le risorse del territorio, ambisce dunque a stimolare uno sviluppo della cittadinanza e delle relazioni, in un contesto partecipato e con il coinvolgimento di latori di interessi locali. I destinatari non saranno tuttavia solo i portatori di particolari difficoltà, ma quell’universo ampio di individui che soffrono la mancanza di interazioni di qualità». Non solo. In parallelo a «La città INvisibile» gli studenti dovranno elaborare anche la commessa affidata loro dalla cooperativa «Mimosa», che con l’aiuto di alcuni architetti professionisti porterà a breve i ragazzi a realizzare un progetto abitativo «d’emergenza», un modulo in legno pronto all’uso, facilmente montabile, smontabile e trasportabile, flessibile nell’utilizzo e sostenibile anche dal punto di vista sociale, da mettere a disposizione della comunità in qualsiasi necessità.

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