Variante 15 ad Arco Miori: «Ora si riparte»

Miori: «Valutare le piscina di Arcese. Sì all’hotel»

Che fine ha fatto la «Variante 15» di Arco? Per mesi la discussa variante urbanistica che poggia le sue basi sul sistema perequativo e fa dello scambio «pubblico-privato» un elemento caratterizzante, è scomparsa dai radar e dal dibattito politico.

Ora è tempo di riavviare l’iter e tornare a lavorare alla «Variante 15», come racconta l’assessore all’urbanistica Stefano Miori. Se ne dovrebbe discutere prima dell’estate.

«Abbiamo ripreso i contatti con i nostri consulenti di Bologna - afferma Miori - con i quali abbiamo avuto un incontro a dicembre, in modo tale da affidare loro una parte più organica e corposa di lavoro. Un altro appuntamento per definire i dettagli lo avremo questo mese».

I consulenti stanno analizzando le varie proposte avanzate dai privati: «Non sono tantissime - evidenzia Miori - Sono poco più di una decina per quanto riguarda quelle più semplici dal punto di vista normativo e un’altra decina che richiedono un’elaborazione più complessa. Il destino non è per tutte quello di arrivare in porto, vedremo nelle prossime settimane a quali dare la priorità e quali poi eventualmente inserire nella variante. La dimensione effettiva della variante 15 non è ancora stata definitiva».

Tra i progetti che richiedono un’analisi più approfondita c’è anche quella formulata dall’imprenditore Eleuterio Arcese sulla realizzazione del centro natatorio sovra-comunale in località S.Nazzaro: «È una proposta di grande caratura con tutta una serie di criticità che vanno attentamente analizzate. Stiamo cercando di capire se queste ultime sono superabili e in che termini, lo stiamo valutando attraverso un’analisi tecnica. Al momento non c’è stata alcuna decisione».

Tra le proposte che potrebbero essere presenti nella variante c’è anche il progetto di ristrutturazione dell’«Hotel Arco»: «La proposta c’è ma sull’area esiste già un piano attuativo. La legge provinciale dà agli imprenditori svariate opzioni; hanno tutta una serie di strumenti che potrebbero “sfruttare”. Attraverso i loro consulenti, stanno tentando di capire se effettivamente sia necessario o meno ricorrere alla variante perequativa.

Il punto, importante, è che da parte dell’amministrazione comunale c’è la piena volontà affinché l’hotel riprenda la sua strada e non rimanga uno spazio abbandonato. Questo è fondamentale. Se poi lo strumento giusto sarà la variante o no questo, ribadisco, lo si sta valutando».

Gli obiettivi che l’amministrazione comunale si è prefissata sono sempre i medesimi: ottenere delle opere pubbliche che, a causa della scarsità delle risorse, non sarebbero altrimenti realizzabili, in cambio di diritti edificatori: «Abbiamo delle proposte atte principalmente a realizzare parcheggi e posti auto - conferma l’assessore Miori - le finalità della variante rimangono le stesse che avevamo espresso a suo tempo nel bando.

Ora speriamo di portare una prima adozione in consiglio comunale in primavera. E prima dell’estate, altrettanto importante, c’è la scadenza della seconda adozione della variante delle schede dei centri storici.

Il 9 di febbraio ci sarà la conferenza dei servizi e poi, entro la fine di maggio, contiamo di approvarla. L’ideale dunque è chiudere una partita e, nel frattempo, portare avanti l’altra».

Con questi due provvedimenti, il 2017 si profila un anno molto importante per l’urbanistica di Arco. Anche perché, dopo una «Variante 14» che fu approvata ma svuotata dai suoi contenuti principali (il Movimento Cinque Stelle si era battuto contro l’aumento dei volumi degli edifici e contro la cementificazione di territorio: una battaglia di segno ambientalista che aveva trovato ampio sostegno fra la popolazione), la giunta comunale, come peraltro promesso, vuole procedere con la nuova operazione urbanistica.

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