De Laurentis: mai detto no ad Anffas da loro toni inaccettabili

di Davide Pivetti

«La Fondazione Comunità di Arco non ha mai detto “no” alle richieste di Anffas, ogni loro esigenza è stata presa più che seriamente e ad oggi nulla è stato fatto mancare agli ospiti che usufruiscono degli spazi presso la nostra struttura».
Roberto De Laurentis, presidente della Fondazione arcense (otre che degli artigiani trentini) non ha apprezzato termini e toni con i quali, negli ultimi giorni, si è fatto frequente riferimento alla Fondazione per il caso della comunità Anffas che dovrebbe traslocare da Locca all’«ex Armanni» di Arco.

La soluzione che sta prendendo corpo, infatti, è considerata dai volontari Anffas e anche dalle Acli - che in questi giorni sono intervenuti su l’Adige con le loro note - decisamente migliore di quella progettata assieme alla Fondazione per garantire ospitalità ad almeno una parte dei dieci utenti attualmente in val di Ledro. Fondazione, è bene ricordarlo, che comunque continua da tempo ad ospitare un altro gruppo di utenti Anffas.

«È dal 1998 - dice De Laurentis - che un’ala della nostra struttura è loro riservata. Qui da noi ci sono 9 ospiti più i loro operatori, dalla mattina fino alle 16.30, ed usufruiscono gratuitamente degli spazi, pagandosi solo i consumi, perché questo era l’accordo stipulato alla fine degli anni Novanta quando si procedette all’ampliamento della casa di riposo. Un accordo che prevede l’ospitalità per Anffas per 25 anni».

Una situazione consolidata sulla quale andava ad inserirsi il nuovo progetto di ospitalità anche per gli utenti ledrensi e con la possibilità di attivare la permanenza notturna per quegli utenti che, col trascorrere degli anni e l’avanzamento dell’età, ne avessero avuto il bisogno o l’opportunità.
«In tutti questi anni - prosegue De Laurentis - siamo stati assolutamente disponibili con Anffas: hanno avuto lo spazio necessario, abbiamo ragionato sull’ospitalità notturna, non abbiamo mai detto loro di “no”. Ciò nonostante Anffas è andata ovunque a chiudere di tutto senza mai dirci nulla. I toni che abbiamo ascoltato da parte loro possono suonare anche offensivi di fronte alla nostra disponibilità e ai progetti fatti assieme».

Un dialogo che evidentemente, almeno in questa fase, si è arenato, forse proprio di fronte al concretizzarsi dell’opzione «ex Armanni», peraltro non da tutti pienamente condivisa. De Laurentis lancia quindi una proposta che è anche, almeno in parte, una provocazione: «Se Anffas ritiene che gli utenti debbano restare assieme allora dovrebbero giocare bene le loro carte e pensare a questo punto di riunire tutti gli utenti, compresi quelli che ospitiamo noi dal ‘98, nella nuova struttura all’ex Armanni. Una prospettiva che a questo punto dovrebbe apparire logica a tutti».

De Laurentis non conferma, invece, l’ipotesi sentita nei giorni scorsi che voleva l’ex palazzina Enel, ora della Fondazione, in passato destinata proprio all’Anffas: «C’era disponibilità, anche su questo fronte, a ragionare con Anffas, ma non ho mai saputo di finanziamenti a questo dedicati o dirottati altrove».e con Anffas.

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