Sfiducia, salvo il vicesindaco Stefano Bresciani

di Roberto Vivaldelli


Tredici schede bianche e 7 voti favorevoli: questo l’esito al termine della votazione segreta sulla mozione di sfiducia del vicesindaco Stefano Bresciani presentata dal consigliere Massimiliano Floriani e discussa lunedì sera in consiglio comunale ad Arco.
Documento che, nel dispositivo, impegnava il sindaco Alessandro Betta «a tutela del Comune di Arco a ritirare la delega di vicesindaco e ogni delega ricoperta come assessore comunale a Stefano Bresciani, nell’eventualità in cui il giudice dell’udienza preliminare accolga la richiesta di rinvio a giudizio» nell’ambito dell’inchiesta relativa al compendio «Ex-Argentina», in cui lo stesso vicesindaco risulta essere indagato insieme ad altre 9 persone con l’accusa di lottizzazione abusiva e abuso d’ufficio. Mozione che è stata di fatto bocciata dal consiglio ma con due defezioni importanti nella maggioranza: quella - da tempo annunciata - del presidente del consiglio comunale e onorevole Mauro Ottobre, che ha abbandonato l’aula al momento del voto, e quella della della consigliera Silvana Comperini  - eletta nell’Upt ma passata poi nelle file del Patt - che ha deciso di non ritirare la scheda e, quindi, di non partecipare alla votazione insieme al resto della coalizione di governo.
«Per quanto mi riguarda - spiega Ottobre, che motiva così la sua decisione - fossi stato nel vicesindaco, mi sarei autosospeso come hanno fatto illustri personaggi prima di lui, al fine di fugare ogni dubbio e permettere alla magistratura di lavorare con serenità».
Diversa la motivazione di Silvana Comperini, che aveva altresì comunicato in aula il suo non-voto: «Si discute troppo spesso - ha dichiarato - di questioni poco nobili. Non sono qui per discutere di problemi che non mi appartengono e che dovrebbero essere affrontati nelle sedi opportune con la dovuta cautela».
Secondo il consigliere di minoranza Massimiliano Floriani, primo firmatario della mozione poi votata da tutte le minoranze, non si trattava di una questione personale nei confronti di Bresciani: «Nessun consigliere comunale vuole sostituirsi all’organo giudiziario - ha precisato l’ex assessore durante la discussione in aula - o dare giudizi. Pensiamo che il dispositivo vada anzi a tutelare la figura stessa del vicesindaco e dell’operato della stessa amministrazione. Vogliamo sapere, dopo tanti mesi, cosa farà il sindaco in caso di rinvio a giudizio. Chiarezza che i cittadini pretendono. Se fossi stato nei panni del vicesindaco - ha osservato Floriani - mi sarei autosospeso per affrontare serenamente la questione ma non c’è nessuna questione personale; semmai quelle sono presenti all’interno della stessa  maggioranza e minano la tenuta della coalizione».
Il sindaco Alessandro Betta, nel suo intervento, ha annunciato che prenderà una decisione nel caso in cui arrivasse una condanna in primo grado di giudizio per il vicesindaco: «È una vicenda - ha affermato il primo cittadino - che a questa città fa molto male e ha procurato molti danni, soprattutto d’immagine. Questa mozione è strumentale e il fatto che l’opposizione chieda il voto segreto, al fine di mettere in difficoltà la maggioranza, ne è la prova. Ad oggi non c’è nemmeno il rinvio al giudizio e il fatto che si voglia anticipare il lavoro della magistratura lo trovo scorretto e poco responsabile. Io rispetto le norme e attendo l’eventuale giudizio in primo grado, non conosciamo nemmeno i reati contestati. Questo è solo giustizialismo».
Giovanni Rullo (M5S) ha poi sottolineato che «i reati ipotizzati sono gravi ma che non c’è alcun intento giustizialista nella mozione» mentre Claudio Del Fabbro («Siamo Arco») ha ribadito che il vicesindaco Stefano Bresciani avrebbe dovuto auto-sospendersi.

 

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