Spiaggia degli olivi riaperta

di Davide Pivetti

Prima di tutto la luce. Bianca, diffusa, avvolgente. Poi le linee. Curve, eleganti, pulite. Infine le idee. Rispettose, semplici e speriamo efficaci. È così, con un ritorno al passato, con la riscoperta delle origini, che torna a nuova vita la «Spiaggia degli Olivi». Da questa mattina, già con i primi caffé e le colazioni, il locale più celebrato ed elegante del Garda trentino riapre i battenti. È l’ennesima ripartenza, forse l’ultima possibilità di restituire al luogo che per decenni è stato «la» spiaggia dei rivani, il suo ruolo centrale, di riferimento, prima di tutto per la città.

Nessuna inaugurazione ufficiale, nessuna cerimonia. La «Spiaggia degli Olivi» riparte dal 15 luglio sfidando un’estate già a metà e i consueti problemi di convivenza con tutto quello che le sta attorno. Anche se la filosofia che sembra guidare i nuovi gestori è proprio quella dell’inclusione, del coinvolgimento. Il tempo - e basteranno poche settimane - dirà se funziona.

«Nei lavori che abbiamo dovuto effettuare prima di riaprire - diceva ieri sera Dario Levi, capocordata della società che ha preso in mano la “Spiaggia” - siamo riusciti a coinvolgere il più possibile professionisti, progettisti, artigiani locali. Dall’architetto al fabbro». Lo dice indicando le lampade che illuminano la grande sala da pranzo: stilisticamente perfette nel contesto «maroniano». «Sì, perché in origine erano così - rivela Levi - abbiamo trovato alcune foto e siamo riusciti, con un fabbro locale, a riproporle come allora».

L’attenzione a certe forme viene da lontano. «Sono romano e ho vissuto all’Eur - aggiunge il titolare - chiaro che mi sono subito ritrovato nelle linee disegnate qui dall’architetto Maroni: archi, pilastri, curve». I rivani che da oggi passeranno dalla «Spiaggia» noteranno prima di tutto l’ariosità del nuovo ingresso. Il bancone al centro è sparito ed è stato ricavato a lato, con una struttura fatta anch’essa di pilastrini, un alternanza di pieni e vuoti. Gli arredi della hall sono originali degli anni Trenta, recuperati e messi a norma. La sala da pranzo interna («speriamo di usarla il meno possibile» dice Levi) lascia ampio spazio tra un tavolo e l’altro.

Poi c’è il fuori, croce e delizia della «Spiaggia». La terrazza, che aveva creato problemi, dissapori e poi vertenze legali tra la precedente gestione e la proprietà della «Lido», ora è agibile. Sistemata per quanto possibile in queste settimane, con un intervento più efficace in programma a fine stagione. Verso il faro (sempre in funzione di notte) il solarium: lettini e sdraio come negli anni Sessanta, a disposizione di chiunque. Sotto, accanto all’acqua, verso la Rocca torna il ristorante all’aperto, verso la Fraglia un’area bar-gelateria con accesso (e banco gelati) direttamente dai giardini del tennis. Un invito a entrare, altro segnale inclusivo.

La «Spiaggia» riparte da oggi con una squadra di 25 persone e uno chef rinomato, il romano Leonardo Vignoli. Al timone un romano velista, già campione sui «Melges» e innamorato del lago. Allora «buon vento!».

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