Riva senza discoteca, un vuoto da riempire

Imprenditori compatti: «Servizio necessario»

di Claudio Chiarani

Voglia di ballare? Ahi, ahi, ahi! Scusate la parodia con un noto spot pubblicitario, ma se siete ospiti nel Garda trentino e cercate un locale da ballo, allora dovete andare altrove. A Lonato, ad esempio, dove l'offerta è ampia. Qualcuno abbina la ristorazione al ballo, altri invece sono discoteche e basta. Il Garda trentino, invece, patria del turismo outdoor, della mountain bike, del climbing, della vela, windsurf e molto altro ne è privo. Perché? Noi abbiamo cercato di saperlo interpellando Elisa Ressegotti, presidente Asat, l'associazione degli albergatori trentini, Carlo Modena, albergatore e presidente della Pro Loco di Riva, e Roberto Pellegrini, presidente di Riva del Garda Fierecongressi. 

«Una discoteca, un locale di aggregazione sarebbe auspicabile al completamento dell'offerta turistica. Spesso - dichiara Elisa Ressegotti - i nostri ospiti ci chiedono dove andare a ballare, perché chi soggiorna e pratica sport outdoor è giovane, dunque chiede anche musica la sera. Servirebbe ai nostri ragazzi, che spesso devono spostarsi in macchina per raggiungere le discoteche nel basso lago. Per questo auspico una soluzione in questo senso, quella di un ambiente capace di dare una risposta a questa mancanza».

Carlo Modena , albergatore e presidente della Pro Loco di Riva, in fatto di spettacoli ed eventi è un'altra voce certa del panorama Alto Garda. «Dico che se a Riva, ma nell'intero bacino del Garda trentino non c'è più una discoteca, vuol dire che non c'è un mercato che la esige. Manca? Non lo so, ma io sono curioso, e nel web trovo che tanti indicano discoteche a Riva o dintorni, mentre in realtà le più vicine sono a non meno di venti/trenta chilometri. Riva, Torbole o Arco sono tre target per noi che abitiamo qui, ma non per i nostri ospiti ai quali, credo, interesserebbe poco l'ubicazione di una discoteca. Basterebbe che ci fosse. Alla festa di pochi giorni fa al Casinò di Arco, ad esempio, c'erano molti ex frequentatori dello Spleen. Persone di una certa età, e allora chiediamoci quale target vogliono i ventenni di oggi, poi mettiamo in atto le strategie». 

Roberto Pellegrini , presidente di Riva del Garda Fierecongressi è altrettanto semplice e schietto nella sua analisi: «Sinceramente non lo so. A oggi credo che il divertimento sia ben diverso da quello di trent'anni fa. Nessuno è riuscito ad interpretare i cambiamenti degli ultimi decenni, e anche i "richiami" alla vecchia Spiaggia degli Olivi sono improponibili. Perché non ci sono più i personaggi storici di quel periodo; oggi servono giovani in grado di subentrare loro, capaci di rianimare il territorio, con pubblico e privato che dovrebbero fare la propria parte. Per la Spiaggia degli Olivi, ad esempio, si è fatto un percorso formale e burocratico che ha portato a quella fine. È necessaria una seria operazione di rilancio, da affidare alle nuove generazioni. Quelle dei social e di quant'altro che noi della vecchia generazione non abbiamo. A Riva c'è qualcuno - conclude Pellegrini - da prendere e dargli una mano, ma penso anche ad altri cui è stato detto no. Tuttavia mancano coraggio e poca voglia di rischiare da parte di chi ha in mano le leve».

Tre opinioni che convergono verso un'unica direzione, quella di un'offerta turistica da completare.

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