Riva code a pasquetta incroci non presidiati

di Davide Pivetti

Saranno trent'anni che a Pasquetta Riva e tutto il Garda trentino vivono l'ormai consuetudine della coda formata dai turisti (di giornata e non) che scelgono il Garda per la loro gita fuori porta.

Alla tradizione italica si aggiunge, ovviamente, il flusso dei turisti germanici e austriaci che non vedono l'ora di godersi un po' di atmosfere e clima mediterraneo sfuggendo al freddo delle lande d'Oltralpe.

Tutto normale quindi, tutto prevedibile. Ma anche questa mattina - proprio perché non c'era da attendersi nulla di diverso - sorprende l'apparente impreparazione di chi dovrebbe prepararsi ad affrontare il traffico anche in situazioni particolari come quella odierna.

Alle 10.30 del mattino, orario clou per chi cerca di arrivare nel Garda trentino e godersi la giornata, i due "nodi" viabilistici che da sempre complicano la vita a turisti e lavoratori pendolari non erano presidiati: il semaforo di Nago acceso (col rosso della via traversa che ferma decine di auto per farne passare una dalla via secondaria), il "trivio" di Torbole senza alcun controllo con il consueto intasamento e l'anarchia inevitabile sulle strisce pedonali (tante in quella zona e destinate a spezzettare il flusso viabilistico se non c'è un agente della Polizia locale a gestire la situazione).

Insomma, in attesa del solito tunnel che da trent'anni non arriva mai, per rendere meno insostenibile l'accesso al Garda trentino dalla Vallagarina (questa mattina circa un'ora dal casello A22 a Riva città) basterebbe poco: spegnere un semaforo e presidiare un incrocio.

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