Turismo, a Riva del Garda aperto un albergo su cinque

di Andrea Tomasi

Umidità, freddo, un po' di pioggia, ma anche sole e un lago che fa invidia al mondo, pure d'inverno. Gli albergatori di Riva del Garda attendono e sperano nell'«effetto traino» delle festività natalizie. Il mese di novembre, assieme a febbraio, è quello più duro. Poi - dicono tutti - le cose migliorano.

Con progetto «Inverno», promosso da InGarda, alcuni titolari di hotel si impegnano a tenere le porte (delle camere) aperte. In tutto il mese si contano 17 alberghi operativi. Altri 13 sono stati aperti solo nei primi 10 giorni del mese. Gli agriturismi in attività sono 3. 10 gli appartamenti privati e residence e un campeggio. Si tratta di una «macchina turistica» che viaggia a «velocità di crociera», senza strappi. Nei mesi in cui il settore economico pompa, d'estate, gli agritur aperti sono 7; a questi si sommano 11 bed & breakfast, 65 appartamenti privati, 4 campeggi e soprattutto 75 alberghi. È una moltiplicazione di posti letto perché - non si scopre oggi - Riva vuol dire sole. Ma siccome non si può perdere quella fetta di turisti che frequenta il lago anche nei mesi invernali, non si può abbassare la serranda sulla città. Roberta Maraschin , direttrice dell'azienda di promozione turistica InGarda, parla come un libro (un catalogo) stampato: «Il lago ogni mese ha il suo perché e vale una visita.

È una destinazione che grazie al suo clima mediterraneo, con temperature mai sotto zero, permette di praticare la vacanza durante tutto l'anno. Il nostro ambito è particolarmente adatto per tutte le pratiche sportive: 2 punti di forza accompagnano il turista tutto l'anno: bicicletta e trekking. Per arrivare quindi al mese di novembre, rispetto anche alle informazioni raccolte dagli uffici informazioni, risulta che vi è stato movimento di tedeschi, austriaci, svizzeri, qualcosa dai paesi dell'Est (Polonia e Repubblica Ceca), italiani. Purtroppo le statistiche non sono ancora disponibili».


Si lavora sulle sensazioni. Dall'Hotel Rudy di Luca Betta , vicepresidente dell'Asat Alto Garda, Laura Gruber - responsabile dell'ufficio booking - conferma che negli ultimi 20 giorni sono stati soprattutto i fine settimana a dare soddisfazione: «Parliamo di una o due notti. I clienti sono giovani coppie, ma soprattutto sportivi (rocciatori, bikers) e poi qualche cliente business».


Andrea Venturin i, del Grand Hotel Riva, dice che «si è lavorato abbastanza bene». «Nel nostro albergo abbiamo 160 posti letto. Nel weekend arriviamo ad una copertura del 90%, mentre durante la settimana non si vedono più di 15-20 persone. Il periodo è difficile, ma il cliente va invogliato, con servizi (penso al wellness) e con prezzi competitivi: rispetto all'alta stagione parliamo di un -50%». «Il problema - dice Elisa Ressegotti , presidente dell'Asat - è ciò che si offre agli ospiti. Gli alberghi possono restare anche aperti 24 ore al giorno, 7 giorni su 7, ma se poi fuori trovano poco o niente, non ne vale la pena. Mi riferisco a locali e ristoranti con le serrande chiuse. È difficile spiegare ai clienti la ragione per cui trovano il deserto». A.Tom.

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