Ottobre: «Sì al Riva-Tenno Torbole e Arco-Dro-Drena»

«Si potrebbe pianificare - spiega Ottobre - la creazione di due supercomuni che fanno capo a Riva del Garda e Arco, una operazione che potrebbe essere intermedia all'apertura di un dibattito più approfondito nel quale potranno essere vagliate e sondate le rispettive aspettative e soprattutto la pianificazione»

ArcoARCO - «Anticipare i tempi e soprattutto le volontà di quanti siamo chiamati ad amministrare. Dev'essere questa la nuova frontiera del nostro impegno se vogliamo che fare politica abbia ancora un senso e non sia più solo una parola vuota da utilizzare come capro espiatorio per le frustrazioni della gente».
Lo scrive Mauro Ottobre, onorevole ma soprattutto presidente del consiglio comunale arcense, da tempo impegnato sul fronte della razionalizzazione amministrativa nell'Alto Garda così come il sindaco Betta. Ottobre ha avviato contatti con il suo collega Accorsi, presidente del consiglio rivano, per dar vita ad una seduta congiunta delle due assemblee e mettere nero su bianco qualcosa di concreto in materia di fusione o accorpamenti.
«Da tempo si assiste al compimento di una volontà popolare, largamente suffragata dai risultati di vari referendum, che porta alla costituzione di supercomuni che sono maggiormente in grado di assecondare i desideri dei cittadini amministrati. Non solo. 
Noi siamo una terra famosa per essere punteggiata di realtà comunali piccole e piccolissime, anni fa ci vantavamo di annoverare il municipio più piccolo d'Italia, poco più di 100 anime, ma oggi i tempi sono decisamente cambiati. Oggi ci tocca fare i conti con la crisi, ma anche e soprattutto con una diversa visione della cosa pubblica. Unire, quindi, significa anche risparmiare rendendo i servizi meno pletorici e più funzionali. 
Anche noi ne siamo convinti, così come quei cittadini che, anche recentemente, si sono espressi per le fusioni di due o più comuni.
Una esperienza che, non molto tempo fa, ha coinvolto anche una parte importante della nostra terra andando a creare, dai pre-esistenti sei campanili, il Comune unico di Ledro.
Dobbiamo renderci comunque conto che noi non possiamo stare alla finestra, facendo finta che questa giusta tendenza riguardi solo le altre realtà, anche se ci rendiamo conto che non sempre, soprattutto se si tratta di comunità numerose, la fusione può avvenire attraverso una semplice somma algebrica. 
Per Riva del Garda e per Arco, insomma, bisogna chiamare in ballo anche la tradizione e la storia che pone su posizioni lontane queste due realtà geograficamente tanto vicine.
Pur tendendo conto di tutto, comunque, siamo chiamati ad anticipare i tempi o comunque a non farci trovare impreparati dalla storia.
Magari si potrebbe pianificare la creazione di due supercomuni che fanno capo a Riva del Garda e Arco, una operazione che potrebbe essere intermedia all'apertura di un dibattito più approfondito nel quale potranno essere vagliate e sondate le rispettive aspettative - conclude Mauro Ottobre - e soprattutto la pianificazione di un territorio prezioso che dovrà costituire sempre di più una nostra risorsa e che quindi non dovrà essere buttato sull'altare di residui isterismi di campanile».

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