Pergine / Il caso

Variante di San Cristoforo e polemiche, l'assessore Negriolli: «Dal comitato solo "no a tutto"»

«Ho sentito un elenco di motivi per non fare, ma non un'idea di cosa fare. Noi pensiamo all'arricchimento dell'offerta di servizi, di ricettività turistica attraverso il riutilizzo dei volumi preesistenti, oggi in stato di abbandono, di offerta sportiva e anche, seppur marginalmente, di spazi abitativi»

di Luigi Oss Papot

PERGINE. «Alcuni cittadini e comitati hanno chiaramente dichiarato cosa non vogliono fare di San Cristoforo. Rimane sempre un mistero invece quello che vorrebbero venisse fatto. In 10 anni nessuna traccia dei comitati e delle loro proposte. Anche nell'incontro in aprile ho sentito un elenco di motivi per non fare, ma non un'idea di cosa fare».

L'assessore Massimo Negriolli, parlando all'Adige della variante di San Cristoforo, punta il dito contro quella che definisce la "politica del no a tutto", perché non porterà alcun beneficio né alla frazione sul lago, per un suo rilancio, né al centro storico che potrebbe trovarsi ancora la struttura del teatro tenda in continuo degrado.

«Abbiamo il dovere di pensare a San Cristoforo - prosegue l'assessore- come ad un luogo a vocazione turistica che possa vivere ed essere vissuto oltre i 2 mesi della stagione estiva. E questo, secondo la nostra amministrazione, passa attraverso un processo di arricchimento dell'offerta di servizi, di ricettività turistica attraverso il riutilizzo dei volumi preesistenti, oggi in stato di abbandono, di offerta sportiva e anche, seppur marginalmente, di spazi abitativi, ma non certamente attraverso il congelamento dello stato attuale. E abbiamo il dovere di creare le condizioni per risolvere il problema del degrado dell'area attualmente occupata dal fatiscente e abbandonato teatro tenda».

L'assessore smonta poi quella che è una delle critiche maggiori che oppongono coloro che protestano contro la variante: «Non ho potuto non notare - spiega ancora Negriolli - quante volte sia stato speso impropriamente il termine "centro commerciale", cosa che non ha alcuna attinenza con quanto è previsto nella variante. La previsione di un'area a destinazione commerciale che, potenzialmente, potrebbe ospitare fino ad una media struttura di vendita, non ha niente a che vedere con la definizione di "centro commerciale". Così come non vi è indicazione alcuna, ad oggi, della categoria merceologica che potrebbe insediarsi sull'area».

Negriolli precisa anche alcune cose sul consumo di suolo, altro argomento usato per criticare la variante urbanistica anche da parte della Provincia, che nel parere in prima adozione del Servizio urbanistica ha chiamato in causa questo tema: «I tecnici del Comune - precisa l'assessore - hanno puntualmente controdedotto a queste osservazioni in sede di adozione definitiva, ma credo che una corretta informazione non possa prescindere dal tenere in considerazione quanto fatto dalla nostra amministrazione nel corso degli ultimi anni in termini di stralcio di aree destinate alla trasformazione: parliamo di oltre 20 ettari sottratti alla possibilità di interventi di edificazione o infrastrutturazione del territorio. Quindi tutto si può dire, ma non che il Comune di Pergine non sia attento a questa tematica».

Un dato, questo, che non emerge dalle relazioni sul consumo di suolo elaborate dal Sistema nazionale per la protezione dell'ambiente, che calcola, sulla base di processi di fotointerpretazione di immagini satellitari, in circa 10 ettari il suolo consumato nel territorio comunale dal 2015 riferibili, secondo Negriolli, per la quasi totalità al nuovo stabilimento della coop Sant'Orsola ed alla piattaforma di raccolta rifiuti di AmAmbiente (entrambi a Cirè) e, marginalmente, a nuove infrastrutturazione del territorio (viabilità e ciclabili) o trasformazione di aree già destinata all'edificazione dal Prg.

Anche gli imprenditori locali, che recentemente hanno già fatto sentire la loro voce favorevole alla variante, pare si stiano unendo in un coordinamento per unire le forze e gli intenti ed appoggiare, anche nelle sedi opportune, il rilancio di San Cristoforo attraverso quest'operazione

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