Vignola Falesina / La polemica

Forte Busa Granda, via i volontari, affidato all’associazione Forte delle Benne

L’ex sindaco attacca il Comune, che replica: «Non era possibile affidare la gestione senza un ente giuridico. E poi c’è un problema di sicurezza»

VIGNOLA FALESINA. Sono pesanti le accuse che Danilo Anderle, ex sindaco di Vignola Falesina, indirizza all'attuale amministrazione del piccolo Comune montano, retto da Mirko Gadler, in merito alle scelte che l'amministrazione ha recentemente intrapreso sulla gestione del forte Busa Grande. Anderle infatti imputa "incompetenza", "arroganza" e "invidia" alle decisioni che, di fatto, danno in gestione il forte Busa Grande, a 1.500 metri sopra la località Compet e recuperato per le visite dal 2016, all'associazione Forte delle Benne "sottraendolo" in questo modo al volontariato locale che in questi anni ha garantito comunque costante apertura del caposaldo risalente alla prima guerra mondiale durante tutto il periodo estivo.

Una sorpresa che ha lasciato l'amaro in bocca all'ex sindaco ed a tutto il gruppo di volontari, «un colpo di spugna - contesta Anderle - a un bellissimo esempio di volontariato cresciuto in questi ultimi anni nel nostro piccolo territorio di montagna».

Ma il sindaco Mirko Gadler non ci sta, e ribatte alle accuse: «Nessuna volontà di sottrarre alla comunità un'attrazione per il turismo - spiega il primo cittadino - e anzi mi sento di ringraziare i volontari che in questi anni si sono prodigati per garantire l'apertura del forte e ricostruirne la storia. Non è più possibile però affidare la gestione di questa struttura senza che vi sia un'associazione o una forma giuridica, cosa che invece è andata avanti negli anni finora, salvo nei primi tempi quando intervenne la Pro Loco. L'aver quindi affidato in gestione il forte ad un'associazione va in questa direzione, e sfruttare l'Azienda per il Turismo della Valsugana per pubblicizzare ancora meglio le visite, è frutto di una volontà ben precisa di farlo conoscere».

C'è poi un aspetto legato alla sicurezza che non è secondario: «Si tratta di sicurezza sia per quanto riguarda la pandemia di Covid-19, ma anche degli aspetti più basilari in casi di infortuni o incidenti. I volontari che finora si sono messi a disposizione lo potranno fare ancora. Nessuna porta sarà loro chiusa in faccia, basterà si interfaccino con l'associazione o ne creino una per questo scopo».

Il primo cittadino ribadisce poi che uno degli obiettivi su cui punta l'amministrazione è il miglioramento dei servizi a favore dei residenti, proseguendo in questo senso anche opere il cui iter è già stato avviato dalla passata amministrazione e anche una fattiva collaborazione con le Asuc di Vignola e Falesina. Per questo Gadler ricorda come siano già stati ultimati i lavori di somma urgenza per frane e smottamenti lungo la strada che collega Zivignago a Falesina (360 mila euro) e quasi ultimati quelli in località Tener (240 mila euro) e i lavori all'acquedotto di Falesina; in fase di appalto poi anche i lavori di messa in sicurezza della viabilità comunale su progetto e direzione dell'ingegner Mattia Gasperini (131 mila euro di base d'asta), quelli di sistemazione dell'acquedotto in località La Nies e quelli per l'allargamento della strada in località Tais. In progettazione anche i lavori di messa in sicurezza della viabilità a Falesina, nei prossimi mesi verrà affidata la progettazione della strada per maso Agnellini e si sta procedendo con una variante per dei lavori di prevenzione sulla strada in località Slompi.

«Per l'ampliamento del parcheggio a Falesina - puntualizza Gadler - il finanziamento era inizialmente previsto a carico del Comune, ma siamo riusciti a far eseguire i lavori dal Servizio per il sostegno occupazione e la valorizzazione ambientale della Provincia, con fondi del bilancio provinciale. Abbiamo anche chiesto il contributo, dopo aver incontrato l'assessore Mattia Gottardi, per gli interventi urgenti all'acquedotto di Vignola Falesina, per un importo di 250 mila euro».

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