I vigili del fuoco di Pergine in tre giorni hanno fatto le ore di servizio di un anno

Le ore di servizio che, in media, vengono svolte in un anno, i vigili del fuoco volontari di Pergine le hanno svolte in 3 giorni, da domenica sera a mercoledì.
Più di 3.500 ore per circa 300 interventi su tutto il territorio comunale, con una media di 50 uomini operativi e punte anche di 65 volontari all’opera. Come loro del resto, tutti i Corpi volontari del Trentino.
L’eccezionale ondata di maltempo ha segnato profondamente tutto il territorio, ma ha anche mostrato la forza della macchina del volontariato trentino: i pompieri perginesi sono uno di questi esempi di abnegazione e altruismo che non conosce stanchezza, ferie, condizioni meteorologiche avverse. Il loro lavoro di questi ultimi giorni ha contribuito a ridurre  i disagi, che tuttavia non sono ancora finiti: alcuni masi di Castagnè San Vito sono ancora al buio da oltre 80 ore.
Però ora, passata la fase più critica, è necessario ringraziare i vigili del fuoco di Pergine, che sono volontari, per tutto quello che nei giorni scorsi hanno fatto. Lo facciamo parlando con il comandante del corpo, Claudio Casagrande (foto), in un momento di relativa tranquillità dopo il vero e proprio finimondo che si è abbattuto sul Trentino.
Comandante, ci facciamo portavoce di tutti i perginesi e vi ringraziamo per tutto quello che avete fatto in questi giorni.
«Abbiamo fatto solo il nostro dovere, anche se ci sono stati momenti davvero critici per la mole di interventi che si sovrapponevano. Penso che anche noi, come pompieri, dobbiamo ringraziare i cittadini per il supporto che ci hanno dato. Sono stati pazienti con noi, anche quando ci sono scappate parole di nervosismo. Ci hanno compreso, ci hanno aspettato».
Sono stati davvero giorni intensi.
«Sì, in particolare da lunedì sera e per tutta la giornata di martedì. Nella sola serata di lunedì sono giunte in caserma quasi 300 chiamate. Nel momento in cui la furia del maltempo si è abbattuta in tutta la sua forza avevamo tutti gli uomini sul territorio, ma sono stati bravi. Non hanno perso la calma, nessuno si è ferito».
Il corpo perginese ha mostrato il suo lato più bello. Tutti si sono prodigati per l’emergenza.
«In media abbiamo avuto 50 uomini operativi sul territorio, nei momenti più difficili anche 65. In sala radio a coordinare gli interventi e le comunicazioni ci sono state stabilmente tre persone, ed il sindaco non si è mosso per 24 ore dalla caserma, fino a che la situazione non si è stabilizzata. Anche grazie alla collaborazione con gli uomini del cantiere comunale siamo riusciti a gestire l’emergenza».
Abbiamo constatato di persona, martedì mattina, l’abnegazione di tutti, che instancabilmente cercavano di compiere quanti più interventi possibile per ridurre al minimo i disagi.
«I vigili sono stati eccezionali. Alcuni sono arrivati praticamente a fare anche turni di 50 ore: hanno iniziato domenica sera, hanno concluso lunedì pomeriggio alle 17, e solo un’ora e mezza dopo erano di nuovo in caserma pronti a rimettersi a disposizione. Tornavano in caserma, non c’era neanche tempo per fare rapporto, perché dovevano partire per l’intervento successivo. Anche mercoledì, che doveva essere una giornata tranquilla, è stata dedicata agli interventi minori, che avevamo dovuto rimandare per altre priorità più urgenti».
La caserma in quelle ore di emergenza è diventata lo snodo cruciale per la gestione di tutto.
«Abbiamo prestato assistenza a un autobus di trasporto pubblico che era bloccato a Pergine, e grazie agli alpini di Costasavina abbiamo rifocillato una cinquantina di persone. Durante il black-out elettrico una persona che necessitava di cure mediche urgenti è stata ospitata da noi per essere riscaldata. Sulla Strada Provinciale 1 (quella che costeggia il lago verso San Cristoforo e Valcanover, ndr) abbiamo recuperato le auto bloccate, mettendole al sicuro, mentre i passeggeri venivano scortati in caserma. Era anche pronta l’autobotte per la distribuzione di acqua potabile, poi deviata all’ospedale Villa Rosa».
Concludiamo l’intervista e il cellulare del comandante Casagrande squilla in continuazione: ci sono ancora interventi da fare, ancora strade da liberare e rendere sicure.

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