Protocollo d'intesa, tre aree a confronto per le nuove medie

di Giorgia Cardini

Meglio l’area di via Montessori da 12mila metri quadrati occupata fino a settembre dai bambini dell’asilo nido e della scuola materna G.B. 2, il vasto  terreno dietro all’istituto superiore «Marie Curie», su cui anni fa fu progettato il nuovo teatro tenda mai realizzato, o il sedime dell’attuale distretto sanitario, allargato fino a ricomprendere il parcheggio adiacente?
 
A rispondere al quesito dovrà essere un progettista, cui la giunta comunale guidata dal sindaco Roberto Oss Emer affiderà presto l’incarico di approfondire le tre ipotesi possibili in merito alla costruzione della nuova scuola media, che sostituirà le vecchie «Andreatta». L’esigenza di costruire in tempi brevi (ora si parla del 2020 come data di inizio lavori) una nuova scuola era uno dei punti al primo posto del Protocollo d’intesa firmato il 26 maggio scorso dal presidente della Provincia Ugo Rossi e dal sindaco di Pergine: e ora sta arrivando il momento delle decisioni.
 
Sulla scuola, spiega Oss Emer, le ipotesi che saranno messe a confronto da un tecnico anche in termini di costi sono queste: «È ormai certo che il Distretto sanitario sarà spostato all'ospedale Villa Rosa, lasciando comunque spazi utili per l’incremento dell’area riabilitativa. Al posto dell’attuale sede, si potrebbe costruire un edificio su tre piani per 360 ragazzi, sfruttando l’area sotto il parcheggio per realizzare la palestra». La seconda ipotesi, emersa dialogando sul tema con il presidente Rossi, è quella relativa all’area retrostante il Curie: «È un’area vastissima, già destinata a servizi scolastici, su cui va fatta una valutazione seria». La terza soluzione è quella dell’abbattimento dei due ex asili, dell’accorpamento dei due terreni ora separati da via Montessori: «L’area è più vasta di quella delle medie Andreatta, 12mila mq contro gli attuali 8.500. In questo caso non avremmo problemi di varianti urbanistiche, si potrebbe costruire un edificio su tre piani sul sedime di una delle due scuole, destinando quello dell’altra a campo di atletica, cortile, eccetera».
 
Quanto al resto del Protocollo d’intesa siglato in maggio, Oss Emer riepiloga: «Il punto che ci stava particolarmente a cuore, la valorizzazione dell’ospedale Villa Rosa anche in chiave di sviluppo economico, è stato recepito a inizio luglio con la delibera provinciale che l’ha classificato come polo riabilitativo di riferimento provinciale». E se finora mancano decisioni conseguenti per un pieno sviluppo dell’ospedale perginese, le implicazioni anche economiche della delibera sono state subito chiare, quando alcuni politici di riferimento della zona dell’Alto Garda hanno preso le difese delle strutture private convenzionate dell’area, paventando (spesso con toni sopra le righe) un loro svuotamento e depauperamento. 
 
Ma lo sviluppo territoriale inserito nel Protocollo non passa solo di qui: si parlava infatti anche di sviluppo territoriale complessivo dell’area di Pergine e della zona laghi. Con che risultati? «Di qui siamo riusciti a dare una destinazione precisa al Fondo strategico territoriale (da 4,8 milioni di euro, approvato recentemente dalla giunta provinciale, ndr) puntando sull’estensione della rete cicloturistica, sull’agriturismo e su alcuni investimenti in Panarotta, essenziali per far vivere la montagna anche in estate, e inserendo nel Patto 700mila euro per “progettazioni”. Vorremmo studiare con questi la messa in sicurezza della statale 47 in zona laghi, la sua traslazione verso monte e la destinazione di parte del sedime esistente a collegamento ciclabile da San Cristoforo a Brenta di Levico». 
 
Con un’avvertenza: «La traslazione della strada potrà avvenire solo quando la stessa sarà declassata, ossia dopo la realizzazione del collegamento tra Veneto e Trentino che va sotto il nome di Valdastico, e che si farà anche se non è più un’autostrada». Si rischia di aspettare dieci anni, per vedere realizzato il collegamento stradale? «Se anche fosse così, penso che riusciremo lo stesso a realizzare la ciclabile. Intanto, ho chiesto alla Provincia la costituzione di un gruppo di lavoro sulle infrastrutture, a cui partecipino anche gli altri Comuni dell’ambito perché da soli non si va da nessuna parte. Un gruppo che servirà appunto anche a porre obiettivi per l’utilizzo dei 700mila euro».

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