Calotte per la plastica e incivili scatenati

I nuovi cassonetti si aprono solo con la chiavetta, ma solo metà utenti l'hanno ritirata

di Luigi Oss Papot

Da qualche settimana, a Pergine e in tutte le sue frazioni, hanno fatto la loro comparsa i tanto discussi cassonetti stradali a calotta per imballaggi leggeri, che per essere aperti necessitano della chiavetta elettronica.

Ma a quanto pare, con la loro presenza, ha fatto la comparsa la «miglior inciviltà» di alcune persone che, in barba alle chiavette e alla possibilità di conferire gli imballaggi leggeri al Crm di viale dell’Industria, abbandonano sacchi e rifiuti di ogni genere proprio nei pressi di questi cassonetti.

In questo senso, le foto e le segnalazioni fioccano sui vari gruppi dei social network; ma al contempo a crescere è anche la rabbia dei cittadini, che in parte si dirige contro gli incivili, in parte contro la scelta dell’introduzione di questa modalità di raccolta.

Tuttavia, più che di parlare di «protesta sporca» contro la tariffa sugli imballaggi leggeri (come più volte era stata evocata proprio sui social network), sembra proprio che gli incivili siano usciti allo scoperto: infatti, nella maggior parte dei casi, chi si è preso la briga di osservare meglio i rifiuti abbandonati nei pressi dei nuovi cassonetti, ha notato come si tratti del cosiddetto «rifiuto indifferenziato» (sacchi di pannolini, giocattoli o addirittura vestiario), che prima della chiusura dei cassonetti finivano, sempre per mano degli incivili, negli imballaggi leggeri, provocando, come più volte ha spiegato nelle serate su tutto il territorio dell’Alta Valsugana il direttore di Amnu, Roberto Bortolotti, un costo di smistamento che andava a sfiorare i 160.000 euro. Costo che andava a ripercuotersi su tutti, anche sui cittadini virtuosi.

È proprio Roberto Bortolotti ad analizzare questa situazione: «In occasione delle festività abbiamo sempre trovato un aumento di rifiuti abbandonati nei pressi dei contenitori stradali. Tuttavia in questa occasione il fenomeno è un po’ più presente che negli anni passati. Ma, d’altra parte, la distribuzione dei contenitori con calotta sul territorio è terminata proprio a ridosso delle feste su tutto il territorio e dunque il fenomeno dell’abbandono era previsto e, in qualche maniera, fisiologico».

Alcuni cittadini «ritardatari» poi si sono ricordati di ritirare la chiavetta solo dopo essersi trovati i cassonetti chiusi dalle calotte. «Ad oggi, come previsto - continua Bortolotti - sono state distribuite più di 14.000 chiavette, corrispondenti a circa la metà delle utenze attive. Sono aumentati, anche in questo caso come previsto, in maniera sensibile i conferimenti presso i centri di raccolta; in questa fase iniziale si sono formate alcune volte code in ingresso, complici le feste e il rallentamento prodotto dalle molte persone che oltre che a portare i rifiuti hanno ritirato ai centri la chiave elettronica. Tale fenomeno andrà a ridursi».

Infine, alcuni cittadini sempre sui social network lamentano che le calotte non si aprono, rendendo i cassonetti inutilizzabili: «Il meccanismo - conclude Bortolotti - è fatto in modo che in caso di inceppamento, dovuto a un eccessivo riempimento della calotta, un perno di sicurezza si rompa per proteggere il meccanismo interno. La sostituzione del perno è veloce ed economica, ma richiede che qualcuno si rechi sul territorio». Per evitare che il cassonetto sia inutilizzabile, non bisogna riempire la calotta (della capacità di 30 litri) in modo che il rifiuto ecceda dai gusci e forzare la leva.

La speranza, condivisa dai più, è che, una volta passato il periodo più «caldo», la civiltà dei cittadini nel conferimento corretto dei rifiuti e le fototrappole installate dal Comune facciano il resto, per individuare chi sgarra e per rendere le zone di raccolta più pulite.

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