Giovani donne nel mondo ma il Natale «è con i tuoi»

di Daniele Ferrari

Tre volti, tre storie e tre modi per raccontare un'esperienza di studio e lavoro all'estero: certi che sia ancora valido il motto «Natale con i tuoi...». Nel tempo dei voli «low cost», della facilità di scambi linguistici e culturali tra Paesi lontani, e della consapevolezza che «l'estero» può arricchire anche sotto il profilo umano e sociale, Francesca Fruet , Anna Broseghini e Valeria Oss Emer hanno accettato di raccontare la loro esperienza di studentesse e ricercatrici a migliaia chilometri di distanza da Pergine, dove ora sono tornate per passare il Natale in famiglia.
«Sto frequentando il quarto anno dell'Accademia di Belle Arti nelle città argentina di Cordoba (700 chilometri a Nord della capitale Buenos Aires, a più di 17 ore di volo da Milano) - racconta Francesca Fruet, 23 anni, di Ischia - una realtà conosciuta dopo avervi trascorso un primo anno di studio ai tempi del liceo. Conclusa la maturità al "Da Vinci" ho scelto di tornare in Sud America, una terra che ti conquista per i paesaggi, la tradizione e la spontaneità travolgente della gente».
Dopo sei mesi trascorsi nella foresta tropicale nel sud-est del Madagascar (oltre 14 ore di volo dall'Italia) è tornata a casa anche la giovane ricercatrice Anna Broseghini, 24 anni, di Serso: «Mi sono sempre piaciuti gli animali e, tra i tirocini proposti dal corso di Neuroscienze della Facoltà di Trento, ho aderito a un progetto di studio sui lemuri (scimmie tipiche del Madagascar) - spiega Anna, mentre prepara la tesi dedicata ai più "comuni" pulcini -; vivere in una tenda di pochi metri e senza alcuna comodità, tra zanzare e un'umidità asfissiante, non è stato certo facile. Lunghe osservazioni nella foresta dedicate a seguire i vari esemplari di lemuri radiocollarati sono però ripagate dal calore e dalla semplicità della gente locale, dalla riscoperta di valori e essenziali e dall'amore per gli animali e lo studio dell'etologia. Non è stato facile adattarsi, ma alla fine l'Africa ti conquista: il "mal d'Africa" esiste davvero».
È volata invece fino a Queenstown, nel sud della Nuova Zelanda (28 ore di volo da Milano), Valeria Oss Emer, 18 anni, per sperimentare studio e vita dei «college» dell'emisfero australe. «È davvero un altro mondo e un altro modo di studiare - precisa Valeria che frequenta il 4° anno del linguistico "S. Scholl" di Trento -: puoi scegliere la materia preferita senza sostenere test, prove o interrogazioni ma solo un esame a fine anno, sei seguita giornalmente da un tutor, e tra le "case" del college (ero tra le Fox:, "le volpi") esiste una certa competizione, conclusa a fine anno tra giochi e tornei sportivi con l'immancabile rugby (sport nazionale degli All Blacks neozelandesi)».
Per le tre ragazze perginesi ora il rientro a casa per il Natale, prima di proseguire studi e ricerche: «Il Natale in Argentina è molto diverso, arriva in piena estate, le scuole sono chiuse e di solito si va al mare - conferma Francesca Fruet - ho passato un solo Natale a Cordoba (mi regalarono un materassino da spiaggia), ma tra i giovani le tradizioni natalizie non sono molto sentite. Per le feste natalizie preferisco tornare a Pergine dove la gente, i paesaggi e i sapori della tradizione locale, diventano nuovi spunti per i quadri della collezione che porterò alla mia tesi nel 2017».
«La semplicità e l'essenzialità vissuta in Africa mi mancano (anche se i piatti a base di riso sono ripetitivi) - riassume Anna Broseghini - ora penso a concludere la mia tesi, per il futuro vedremo. La natura, i contatti umani e gli studi sperimentati in Madagascar rimangono un patrimonio indelebile». Per il Natale a Pergine si aspetta invano la neve, ma c'è già chi l'ha toccata da vicino: «Tra gli stage ho svolto una sorta di percorso in montagna tra rocce e ghiacci, dormendo all'interno di alcuni igloo scavati nella neve - spiega Valeria Oss Emer, che ha sperimentato anche il bungee-jumping (salto con l'elastico) da altezze vertiginose -. Non ci sono grandi città, monumenti od opere d'arte importanti, ma la vita è meno stressante e più tranquilla (case e vetture vengono spesso lasciate incustodite senza timori). La Nuova Zelanda è davvero "un'isola", attaccata alla sua autonomia e indipendenza, e lo stesso Natale è diverso: trascorso tra sole, torte di mele e vacanze al mare o sui grandi laghi».

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