Ospedale Villa Rosa e "guardie", la Comunità vuole chiarezza

Alta Valsugana, Chiesto un incontro a Zeni e Bordon

di Daniele Ferrari

Il problema è emerso da mesi, ma ora la richiesta di un confronto diretto e di un incontro urgente con l'Assessorato provinciale alla salute e l'Azienda sanitaria trentina, per conoscere le prospettive di sviluppo del nuovo ospedale «Villa Rosa» a Pergine arriva anche dalla Comunità di valle Alta Valsugana-Bersntol, dopo essere stato sollevato dal Comune di Pergine più volte.
E' questo infatti il contenuto di una recente lettera inviata dal presidente della Comunità Pierino Caresia e dall’assessore alle attività socio-assistenziali Alberto Frisanco all’assessore provinciale Luca Zeni e al nuovo direttore dell’Azienda per i servizi sanitaria, Paolo Bordon. 
 
Un documento letto mercoledì sera anche in apertura del consiglio comunale di Pergine dal sindaco Roberto Oss Emer, che ha espresso la preoccupazione della Conferenza dei sindaci sul mancato sviluppo del «Villa Rosa» e i possibili tagli alla sanità pubblica in Alta Valsugana, in particolare alle guardie mediche di Levico Terme e Baselga di Pinè (altro problema sollevato nella richiesta di incontro).
 
«Le preoccupazioni nascono dalla recente lettera sulla prossima riorganizzazione del servizio di continuità assistenziale (guardia medica serale) - spiega il presidente Pierino Caresia - un documento che evidenzia la riduzione dei presidi finora erogati sui comuni di Baselga e Levico Terme. Non siamo in possesso di reali dati sul funzionamento e sulla frequenza del servizio erogato, ma chiediamo delle precise garanzie soprattutto per la copertura nel periodo estivo, dove nella “zona laghi” e a Pinè c’è un notevole incremento di utenti e turisti anche anziani o con patologie». 
 
Recentemente l’Azienda sanitaria aveva finanziato con 800 mila euro l’ampliamento del centro medico in via del 26 maggio a Baselga (ambulatori, area pediatrica, punto prelievo ed infermieristico per oltre 900 mila euro), mentre ora sembra voler ridurre servizi e personale. «Le direttive nazionali e provinciali affermano che gli obiettivi di salute possono essere raggiunti solo con l’apporto di tutti i settori pubblici e privati (enti, associazionismo, volontariato) - si legge ancora nella lettera della Comunità di Valle -: è necessario che il servizio sanitario allacci forme d’intesa e collaborazione sul territorio».
 
Altro tema al centro della missiva la mancata realizzazione di gran parte degli obiettivi strategici che ci si era posti ai tempi della costruzione del nuovo Ospedale Villa Rosa, centro di riferimento ad alta specializzazione per le attività riabilitative provinciali, con vocazione interregionale e d’eccellenza. 
«Stiamo assistendo ad una situazione di stallo nel nuovo ospedale di Villa Rosa, con l’attivazione di soli 54 posti letto sui 132 previsti - conferma l’assessore della Comunità Alberto Frisanco - manca un vero e condiviso piano strategico provinciale della riabilitazione in un’opera costata alla collettività oltre 60 milioni di euro. Per buona parte non è sfruttata, con tentativi che sembrano voler “riempire una scatola vuota” piuttosto che perseguire un concreto utilizzo provinciale e sovra-provinciale». 
 
In attesa dell’incontro con Zeni e Bordon, a fine agosto tornerà a riunirsi la Conferenza dei Sindaci dell’Alta Valsugana per ribadire le opportunità di sviluppo economico e sociale legate al settore sanitario in una Comunità di Valle che conta 15 comuni, più 53mila residenti, ma anche gravi segnali di crisi occupazionale e disagio sociale.

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