«La fuga più lunga» di Marcello Osler

Una seconda vita dopo 53 giorni di coma: la storia di Marcello Osler raccontata in un libro scritto dalla moglie Elena

di Luigi Oss Papot

Si intitola «La fuga più lunga: un tratto di strada con Marcello Osler» il libro scritto da Elena Leonardelli, che di Marcello è la moglie, per raccontare quello che è stato il periodo più nero della loro vita. Si scrive «è stato» perché ora Marcello, dopo la sua «fuga più lunga», è tornato alla vita, per quello che definire un miracolo non sembra azzardato. Il libro verrà presentato giovedì 5 maggio alle ore 20.15 nell’auditorium delle scuole medie «Garbari», in viale Dante.

I fatti sono noti: il 31 luglio 2013, di ritorno da un giro in bicicletta con il figlio Riccardo, Marcello si era fermato ad Assizzi di Pergine, dove il fratello Gino ha una casetta di campagna, quando improvvisamente si era accasciato al suolo, colpito da un malore; trasportato d’urgenza al Santa Chiara di Trento in elicottero, Marcello è stato in coma 53 giorni, sulla sottile linea che delimita la vita con la morte. Il suo destino sembrava segnato, il fisico ormai compromesso: oltre al coma, un’infezione stava minando le speranze dei familiari. Poi però, sorprendendo tutti, soprattutto i medici, Marcello migliora, apre gli occhi, si riprende, e lentamente cerca di tornare alla normalità.

Durante tutto questo tempo, la moglie Elena gli è sempre rimasta accanto, sostenendolo come solo nelle più belle storie d’amore può accadere. E dopo essere riuscito a superare quel terribile avvenimento, Marcello si è ripreso a tal punto di voler andare in ferie con la moglie, ma non dietro l’angolo, bensì a Tenerife, a quasi 4.000 chilometri da Canezza, il suo paese, per quello che definisce il «secondo viaggio di nozze», per la sua «seconda vita».

È stato durante questa vacanza che Elena ha cominciato a scrivere la storia di Marcello: non con l’intenzione di scrivere un libro, piuttosto con l’idea di non dimenticare e di superare quello che era accaduto. Una «scrittura terapeutica» la definisce lei, che pian piano si arricchisce di particolari. E quella che prende corpo è proprio il racconto della «fuga più lunga» di Marcello, un’assonanza voluta che richiama la sua vittoria al Giro d’Italia a Sorrento, nel 1975.

Lo scrivere di continuo però rende il testo sempre più corposo, continuano ad emergere particolari e dettagli, i collegamenti con il percorso ciclistico di Marcello, gli amici di una vita che non lo hanno mai lasciato solo, i compagni di tante altre «fughe». L’idea di pubblicare il libro è recente, ma la macchina organizzativa si è subito messa in moto. E sarà anche un modo di aiutare quanti vivono casi simili, un vero inno alla speranza e alla solidarietà, in quanto il ricavato del libro sarà devoluto all’Ail, l’associazione contro le leucemie.

Alla correzione delle bozze ha partecipato anche Marcello, che di quei 53 giorni di coma non ricorda quasi nulla, perché il suo destino sembrava segnato, perché sembrava che la sua fuga non fosse destinata a portare alcuna vittoria. La «fuga più lunga» però è terminata nel migliore dei modi, con il più bel successo di Marcello e di sua moglie Elena, perché «dietro un grande uomo c’è sempre una grande donna».

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