La nuova super-rurale al via con 40 milioni di passivo

di Daniele Ferrari

«Una cassa rurale quattro per quattro: a trazione integrale». Questo lo slogan scelto da Franco Senesi, presidente della Cassa Rurale di Pergine, per chiudere lunedì sera l’assemblea volta a presentare obiettivi, modalità e tempistiche che porteranno alla nuova «Cassa Rurale Alta Valsugana». Davanti ad oltre 300 soci il presidente Senesi e il direttore Paolo Carazzai hanno illustrato il progetto sottoscritto lo scorso 22 gennaio dalle Rurali di Pergine, Levico, Caldonazzo e Pinetana Fornace e Seregnano, e che dovrebbe concretizzarsi il 1° luglio nella nascita del nuovo istituto di credito cooperativo con un patrimonio di 175 milioni di euro, 10 mila soci, oltre 200 dipendenti e ben 27 sportelli.

Un progetto messo a punto con una lunga serie di incontri congiunti tra i vertici e i cda delle quattro compagini, definendo il protocollo d’intesa, il nuovo assetto gestionale e organizzativo, e le modifiche a statuto e regolamento della Rurale di Pergine, società cooperativa che incorporerà le altre.

«Tutto nasce dalla crisi economica e bancaria del 2007 - ha spiegato Senesi con l’aiuto di alcune slides -, una crisi che nei nostri quattro istituti ha prodotto pesanti sofferenze e ingenti crediti deteriorati (oltre 341 milioni di euro la proiezione al 1 luglio prossimo), dopo il crollo del settore edile e immobiliare e la crisi di porfido e turismo. Il nuovo progetto tiene conto delle nuove normative, garantendo sicurezza e stabilità agli istituti bancari, consulenza e convenienza ai clienti e una maggiore partecipazione, responsabilità e continuità ai soci».

In attesa della versione definitiva del decreto che definirà l’assetto delle banche di credito cooperativo (che faranno parte di un grande gruppo unico) si stanno ora mettendo a punto le modifiche a statuto e regolamento della Rurale di Pergine: «Nel mese di marzo-aprile sono previste le riunioni illustrative, mentre il 28 maggio si terranno in contemporanea le quattro assemblee dei soci per deliberare la nascita della Cassa Rurale Alta Valsugana - ha proseguito Senesi -. Dopo i necessari controlli e verifiche (interverrà anche Banca d’Italia) la prima assemblea elettiva dei vertici e dei membri del Cda potrebbe svolgersi già nella prima decade di luglio».

Nasce così una nuova realtà bancaria (un modello per altri processi di fusione avviati in Trentino) che sconterà pesanti sofferenze con 67,7 milioni di accantonamenti prudenziali, alti costi operativi (28 milioni) e ridotti margini di intermediazione (50 milioni di euro) registrati dalle precedenti casse, che hanno chiuso il 2015 con un disavanzo di gestione complessivo di 39,6 milioni di euro.

Da questa pesante situazione la necessità di ripartire con una cassa rurale «forte e ben patrimonializzata» che potrà contare su una raccolta complessiva di 1,65 miliardi di euro, impieghi per 1,15 miliardi e un patrimonio di 175 milioni. Una Rurale che dovrà scontare però impegni deteriorati lordi per 341 milioni di euro (con 163 milioni di accantonamenti prudenziali, pari al 47%, e posizioni deteriorate nette per 178 milioni, il 15%), pur con un indice di solvibilità del 17%, superiore di 6,5 punti al minimo richiesto.

Definito anche assetto organizzativo e «governance» con il consiglio di amministrazione formato da 8 membri (due per ogni Rurale fusa, ma solo nel primo mandato della durata di tre anni), un comitato esecutivo di 4 membri e la figura del presidente che spetterà alla Rurale di Pergine come soggetto incorporante. Nello statuto anche il limite dei mandati: 3 o 5, se si cumuleranno cariche diverse.

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