Curie, in 2.264 firme il no al taglio di Ragioneria

di Giorgia Cardini

Duemiladuecentosessantaquattro firme raccolte in undici giorni a Pergine e altre decine in arrivo nelle prossime ore da Baselga di Pinè, per dire «no» al ridimensionamento dell’Istituto superiore Marie Curie, con la mancata attivazione di nuove classi dell’Indirizzo tecnico economico (la Ragioneria) dal prossimo anno scolastico e la messa in discussione anche del mantenimento degli indirizzi tecnologici.

A consegnarle ieri mattina al sindaco Roberto Oss Emer e alla vicesindaco Daniela Casagrande è stata una delegazione del Curie composta dalla vicepresidente del Consiglio d’istituto Maria Palma Vigorito, da cinque insegnanti del Tecnico Economico (Stefania Squassone, Nadia Delugan, Lucian Ceh, Santo Domenico Annino e Antonio Dipietro) e da due studenti di quinta dell’indirizzo Economia, Finanza e Marketing (Elia Copat e Simone Prada).

Ma non si ferma alla raccolta di firme, la protesta contro il piano di riordino deciso dalla giunta provinciale senza consultare gli organi della scuola, i Comuni e e la Comunità di valle. Soprattutto questo mancato coinvolgimento - ribadito ieri dai rappresentanti della scuola di Pergine e del Comune - ha infatti ottenuto il risultato di coalizzare docenti, genitori, sindaci e partiti di maggioranza (Pd comunale, consiglieri provinciali di Upt e Patt) contro una decisione che viene ritenuta sostanzialmente immotivata, sia guardando i numeri della scuola sia i risultati ottenuti in questi anni. Tanto che anche il consiglio di istituto del Comprensivo «Pergine I» ha approvato una mozione simile a quella dell’Istituto Curie.

Ieri proprio i rappresentanti della scuola superiore hanno sottolineato questa unità di intenti, portando al sindaco un dossier curato dalla professoressa Ceh che riassume la serie storica delle iscrizioni registrate nelle due sedi di Pergine e Levico: il dossier evidenzia il forte aumento nelle prime classi tra il 2011 quando erano 183 e il 2014 quando erano 301, con la sola flessione di quest’anno (219 iscrizioni), dovuta a un rallentamento mirato deciso dalla dirigenza, che dunque si è fatta carico di rendere gli spazi disponibili sufficienti per i prossimi anni. Nell’ultimo quinquennio, inoltre, il 55% delle iscrizioni ha privilegiato gli indirizzi tecnici ed economici, contro il 45% registrato nei Licei.

E non è ritenuto un buon motivo per tagliare ragioneria il calo generale di iscrizioni in tutti gli indirizzi tecnici della Provincia:  «Se così è, compete a Rossi, come assessore provinciale all’istruzione, fare una campagna di orientamento verso gli studenti delle medie mirata a soddisfare le necessità delle imprese, cui il Curie è collegato dagli anni Novanta con risultati riconosciuti in termini di impiego e qualità dei diplomati». Che a Pergine in effetti si ritrovano in tutte le banche, assicurazioni, studi notarili e aziende di tutte le dimensioni e tipologie.

Lunedì pomeriggio Rossi avrà dunque, oltre alla mozione approvata dal consiglio di istituto tre giorni fa, tanti dati da esaminare, all’incontro chiesto dai sindaci dell’Alta Valsugana e dai vertici della Comunità per fermare una decisione ritenuta avventata. Tra questi, anche il fatto che mentre a Trento ci sono 13 scuole superiori pubbliche per 117mila abitanti (una ogni 9.000) e a Rovereto ce ne sono 4 per 38mila abitanti (una ogni 9.500), a Pergine ce n’è una per 21mila abitanti, in un ambito che conta 52mila residenti.

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