Caccia grossa ai cinghiali. «Servono più battute notturne»

Lo chiedono i cacciatori di Pergine

di Daniele Ferrari

Una settimana di «caccia notturna» al cinghiale per salvaguardare le colture e la sicurezza sulla strade del versante della Marzola. Questa la richiesta della Riserva comunale cacciatori di Pergine inoltrata da qualche giorno alle competenti autorità provinciali e alla locale stazione forestale, visiti i danni causati in estate dai voraci mammiferi ad alcuni campi e culture di mais, e soprattutto all'impossibilità di avvicinare e colpire i vari esemplari durate le ore diurne. 

La Riserva cacciatori di Pergine sin dal 2013 è stata autorizzata alla caccia di selezione del cinghiale sul versante perginese della Marzola (Roncogno, malga di Susà e Celva), ma a fronte di 737 uscite nel 2014 si sono avuti solo 12 abbattimenti (erano stati 5 nel 2013 con 416 uscite), mentre sono stati 44 gli esemplari selezionati in tutto il distretto Cembra, Pergine, Pinè e Valle dei Mòcheni. «Già nella nostra ultima assemblea annuale di inizio anno avevamo evidenziato le difficoltà nell'avvicinare i cinghiali sparando dalle apposite postazioni durante le ore diurne - spiega il rettore della sezione di Pergine Giuliano Andreatta - ora abbiamo richiesto di prevedere alcune battute notturne (una settimana con 5-6 uscite) con l'utilizzo dell'illuminazione artificiale ed appositi visori. Una caccia "extra" che ci permetta di tenere sotto controllo questa specie (una trentina gli esemplari censiti sulla Marzola), molto vorace e che spesso si avvicina anche agli insediamenti umani».

Già lunedì i cacciatori di Pergine (una cinquantina quelli autorizzati dopo apposito corso) si ritroveranno per individuare delle squadre, definendo orari e tempi della «caccia notturna» al cinghiale. «Conosciamo bene le abitudini di questa specie che si muove nelle ore notturne sul territorio alla ricerca di piccoli roditori, radici o frutti del sottobosco (funghi, castagne, nocciole) - spiega ancora Andreatta - solitamente rimane nelle zone alte della Marzola, ma quest'estate hanno rovinato piantagioni nella zona di Susà, mentre in passato si erano avuti investimenti nella zona di Levico». 

Tanti i cacciatori trentini che si recano in Toscana o anche in Slovenia e Croazia per cacciare il cinghiale, dando vita anche a battute molto ampie e con numerosi soggetti coinvolti (la «cacciarella» e le battute «a girata»), ma la caccia notturna solitamente non è consentita o molto limitata. «Solitamente la caccia al cinghiale da noi avviene con adescamento e in postazioni fisse, una caccia di selezione che però ha portato a pochi abbattimenti, mentre gli esemplari locali stanno crescendo - conclude il rettore Andreatta - da qui la richiesta alla Forestale di svolgere alcune battute extra nelle ore notturne (dalle 20 alle 24). Il tutto anche per evitare gli investimenti e pericolosi incidenti con danni a vetture private e mezzi agricoli. Nella nostra riserva nel 2013 abbiamo avuto ben 49 investimenti di ungulati, scesi a 29 nel 2014, ma quest'anno, dopo un inverno mite e una lunga stagione estiva, il numero potrebbe tornare a salire».

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