Pomini contro Grillo:  «Ricorda Adolf Hitler»

Al segretario della Cisl fa venire i brividi Grillo : «È la stessa cosa di quello con i baffetti che ce l'aveva con gli ebrei. Ora tocca a noi sindacalisti. Il modello tedesco sarebbe l'ideale». Pomini, poi, attacca l'università italiana: «Dà lauree inutili»I tuoi commenti

di Paolo Ghezzi

pominiLEVICO TERME - Lorenzo Pomini si toglie sassolini, anche grossi: «Fiom e Cgil giocano allo sfascio, questi sono i grillini di sempre, vanno anche contro i referendum dei lavoratori: li esaltano come forma di democrazia, salvo poi permettersi di disattenderli. Dal 1994 questi non decidono mai nulla. Alla Cgil, tolto Trentin che firmò l'accordo dell'anno prima, gli altri sono stati segretari nazionali che hanno seguito la "pancia" senza assumersi mai una responsabilità».

 

E se i cigiellini, secondo Pomini, fanno rima con i grillini, al segretario della Cisl fa venire i brividi Grillo : «È la stessa cosa di quello con i baffetti che ce l'aveva con gli ebrei. Ora tocca a noi sindacalisti. Il modello tedesco sarebbe l'ideale».


Questo è forse l'unico punto di convergenza con l'intervento dell'ospite Roberto Grasselli , segretario della Fiom-Cgil, svolto in precedenza. Grasselli se n'è andato prima di ascoltare Pomini, eppure già quel che aveva sentito l'ha indotto a esordire: «Grazie per le badilate di sostanze...ehm». Poi però un'apertura: «Noi al tavolo unitario in Trentino ci stiamo, il modello tedesco ha i suoi limiti per i vincoli alla libertà sindacale ma anche grandi pregi come la Mitbestimmung , la codeterminazione che coinvolge i lavoratori nelle scelte aziendali. La Provincia ha messo dei soldi per cambiare le relazioni sindacali, proviamoci. Anche perché i prossimi che veniamo messi in discussione siamo noi, Grillo ci ha avvertito, ci vuole distruggere» (secondo punto di sintonia con Pomini).


E ancora: «Il referendum sul contratto nazionale non è stato fatto, ci sono contraddizioni anche dentro la Fim-Cisl». E poi: «La situazione ci sta franando addosso, la delega al Trentino sugli ammortizzatori sociali è importantissima, sulla formazione si può fare molto. Il contratto dell'artigianato possiamo rinnovarlo in tempi brevi». Frecciata finale, forse con dedica implicita alla neo-rettrice Daria de Pretis : «Ci sono facoltà che laureano ragazzi che sono "signori disoccupati" e hanno difficoltà ad accettare la fabbrica. I baroni spesso rilasciano lauree che non servono un tubazzo».


Roberto Menegaldo , memoria storica Fim, ha ripreso le preoccupazioni del segretario Pomini: «La politica è stagnante, ma attenzione agli attacchi ai partiti. I sindacati possono essere gestiti male, ma il sindacato non può esser messo in discussione. E il sindacato, anche la Fiom qui in Trentino, non può mettere in discussione le decisioni della maggioranza».


Un altro ex segretario Fim, Claudio Voltolini , ha ricordato che l'unità si può ritrovare, come nella Flm guidata da Beppino Mattei negli anni Settanta, avvertendo però: «Chi non firma i contratti non può trattarci a pesci in faccia, e non è giusto che i lavoratori non iscritti stiano in panchina e godano dei contratti ottenuti dal sudore dei sindacalisti, dei delegati che faticano e spesso sono penalizzati e subiscono ritorsioni in fabbrica».

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