Le campane di Pergine se ne vanno. Ma torneranno

Una delicata e complessa fase di smontaggio e uscita dalla cella campanaria, prima di una lenta discesa dai 54 metri d'altezza del campanile della chiesa della Natività.È iniziata ieri pomeriggio la «calata» delle nove campane dal campanile della parrocchiale di Pergine, prima del loro trasporto presso la fonderia Grassmayr di Innsbruck per avviare un'accurata fase di restauro

di Daniele Ferrari

Una delicata e complessa fase di smontaggio e uscita dalla cella campanaria, prima di una lenta discesa dai 54 metri d'altezza del campanile della chiesa della Natività.
È iniziata ieri pomeriggio la «calata» delle nove campane dal campanile della parrocchiale di Pergine, prima del loro trasporto presso la fonderia Grassmayr di Innsbruck per avviare un'accurata fase di restauro, accordatura e nuova sistemazione dell'intero «concerto» (del peso totale di 6 tonnellate) collocato sulla sommità del campanile perginese. A toccare terra poco prima delle 16.30 è stata per prima la campana più grande risalente al 1818 e dal peso di oltre due tonnellate e 200 chili (1,6 metri d'altezza e 1,56 metri il diametro dell'apertura).
Un intervento iniziato ancora in mattinata e che ha richiesto da prima una complessa fase di stacco dal castello in legno di larice, quindi la lenta uscita dalla cella campanaria (con l'ausilio di particolari leve e palanchi), prima della finale discesa a terra con una potente autogru. A sovraintendere la complessa ed insolita operazione è stato l'architetto  Paolo Neri , ed i tecnici austriaci guidati dal campanologo  Flavio Zambotto,  che sin della scorsa settimana avevano iniziato le operazioni preliminari. Oltre alla collocazione di un carrello elevatore e di adeguate protezioni è stato infatti necessario togliere dalla cella campanaria due colonne in marmo per permettere l'uscita delle campane. L'operazione, un vero e proprio «volo delle campane», si concluderà probabilmente nella giornata di oggi, e permetterà di calare a terra le campane, tra cui l'antica campana «dell'agonia» risalente al 1736.
Nel frattempo verranno riscostruiti tutti gli elementi portati del castello nella cella campanaria, utilizzando soltanto legno di larice (gli elementi metallici potrebbero interferire con il suono e la melodia delle campane). Conclusi i lavori in fonderia (una campana risulta fessurata e dovrà essere in parte rifusa), collocando anche il «sistema del fermabattaglio» per eseguire i concerti di campane (o campanò), le campane ritorneranno a Pergine a metà maggio, dove potranno essere ammirate da fedeli e curiosi, prima di essere collaudate, ricollocate a circa 38 meri d'altezza, ed accordate secondo il «movimento trentino-tirolese».
«Calare a terra delle campane è sicuramente un'operazione complessa, oscillazioni o manovre sbagliate potrebbero rovinarle o danneggiare il campanile - spiega l'architetto Paolo Neri - l'intero intervento costerà circa 290 mila euro ed è in gran parte finanziato dalla Provincia attraverso la Soprintendenza per i beni architettonici. E' questo l'ultimo tassello dell'ampio restauro della chiesa della Natività di Maria edificata nel 1556 sopra una struttura più antica del 1183».

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